GERUSALEMME, giovedì, 14 gennaio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il messaggio inviato da padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, in vista della II Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, che si svolgerà il 31 gennaio prossimo e prevederà una 24 ore no-stop di celebrazioni eucaristiche e adorazioni.
L’iniziativa è promossa da un gruppo di giovani della Terra Santa e dell’Italia, in particolare dall’Apostolato “Giovani per la Vita” (www.youthfl.org), dall’Associazione dei Papaboys (www.papaboys.it), dai gruppi di Adunanza Eucaristica (www.adorazione.org) e dalle Cappelle di Adorazione Perpetua.
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“Chiedete pace per Gerusalemme:/ vivano sicuri quelli che ti amano; sia pace nelle tue mura, / sicurezza nei tuoi palazzi. Per i miei fratelli e i miei amici / io dirò: “Su te sia pace!” Per la casa del Signore nostro Dio, / chiederò per te il bene” (Salmo 122): pregare per Gerusalemme è un imperativo posto nel cuore della preghiera. Una novità perenne. Un richiamo antico che ancora oggi desta la nostra attenzione, la nostra partecipazione, come un’urgenza che ci sta a cuore, un dovere che si compie per amore, con amore.
Per la seconda volta si raccolgono in preghiera e attorno a questa preghiera molte persone, gruppi, movimenti, Chiese. Un coro che si passa la voce da un punto all’altro del mondo e invoca la pace per un piccolo lembo di terra che ci appartiene perché ci è stato dato insieme alla fede nel Signore Gesù; nel Padre che ha saputo amarci da sempre e per sempre e ha voluto che fossimo salvati dal sacrificio del Figlio; nello Spirito che ci fa sentire nel cuore il dovere e la gioia di corrispondere a tanto dono con la responsabilità della fraternità, con l’impegno concreto per la giustizia e la pace.
Unirci a questo coro richiede allora di metterci in comunione gli uni con gli altri, per diventare quel noi che fa diventare personale, diretto, il rapporto con Dio: Padre nostro. A lui chiediamo pace per la Terra Santa, per la Terra della nostra redenzione. E subito ci accorgiamo che è un dono che abbiamo già ricevuto, quando un diverso coro lodava Dio e diceva “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.
Che ne abbiamo fatto di quella pace? Come abbiamo accolto il Principe della pace? Pregare per la pace in Terra Santa diventi allora un volersi ritrovare nella sincerità, ognuno davanti a se stesso, gli uni davanti agli altri, tutti insieme davanti a Dio per ri-scoprire il dono della pace, per assumerci la responsabilità della pace, per ri-dare gli uni agli altri il dono che abbiamo così gratuitamente ricevuto.
E ammaestrati dal Signore, fiduciosi che egli sa di cosa abbiamo bisogno, ci impegneremo a vivere la giustizia, la misericordia, il perdono, la riconciliazione, la compassione. Impareremo a farci prossimi di chi soffre in questa Terra, per questa Terra, per la mancanza di pace di cui soffre tutta la Terra Santa. La pace ha bisogno di preghiera, di impegno, di coraggio. Auguri, dunque, perché da questa Seconda Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, nasca un concreto impegno per la riconciliazione e la pace, e ogni iniziativa che ne seguirà sia sostenuta con fermezza e coerenza.