ROMA, domenica, 10 gennaio 2010 (ZENIT.org).- Il mondo “che brancola spesso nelle tenebre del dubbio”, ha bisogno di riscoprire la gioia della fede, ha detto questa domenica Benedetto XVI nel battezzare sette bamini e sette bambine nella Cappella Sistina.
E’ “un grande giorno” per questi bambini, ha detto il Papa durante una omelia interrotta a più riprese dai pianti dei neonati. “Con il Battesimo”, ha assicurato, “divenuti partecipi della morte e risurrezione del Cristo, iniziano con lui l’avventura gioiosa ed esaltante del discepolo”.
“Anche ai nostri giorni la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare”, ha continuato.
Per questo motivo, il Papa, rivolgendosi ai presenti, in particolare ai padri e ai padrini di Battesimo, ha auspicato che “il Signore conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani”.
In questo modo, ha affermato, è possibile introdurre gli altri “alla pienezza dell’adesione a Cristo”.
“È del Battesimo illuminare con la luce di Cristo, aprire gli occhi al suo splendore e introdurre al mistero di Dio attraverso il lume divino della fede”.
In questa luce, ha detto, i bambini potranno “camminare per tutta la vita, aiutati dalle parole e dall’esempio dei genitori, dei padrini e delle madrine”.
“Questi – ha concluso – dovranno impegnarsi ad alimentare con le parole e la testimonianza della loro vita le fiaccole della fede dei bambini, perché possa risplendere in questo nostro mondo, che brancola spesso nelle tenebre del dubbio, e recare la luce del Vangelo che è vita e speranza”.
Successivamente, nel discorso introduttivo alla preghiera mariana dell’Angelus in piazza San Pietro, il Papa si è soffermato sul significato dell’odierna festa del Battesimo del Signore.
Un avvenimento, ha spiegato, che suggerisce bene il “senso globale delle Festività natalizie, nelle quali il tema del diventare figli di Dio grazie alla venuta del Figlio unigenito nella nostra umanità costituisce un elemento dominante”.
“Dio – ha sottolineato – è nato perché noi possiamo rinascere”.
Dal Battesimo, inoltre, deriva anche un modello di società: “quella dei fratelli”. La fraternità, ha avvertito il Papa, “non si può stabilire mediante un’ideologia, tanto meno per decreto di un qualsiasi potere costituito”.
“Ci si riconosce fratelli a partire dall’umile ma profonda consapevolezza del proprio essere figli dell’unico Padre celeste”, ha aggiunto.
“Come cristiani, grazie allo Spirito Santo ricevuto nel Battesimo, abbiamo in sorte il dono e l’impegno di vivere da figli di Dio e da fratelli, per essere come ‘lievito’ di un’umanità nuova, solidale e ricca di pace e di speranza”, ha concluso.