di padre Angelo del Favero*
ROMA, mercoledì, 6 gennaio 2010 (ZENIT.org).- “Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: ‘Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo’ (…). Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: ‘Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo’. Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finchè giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,1-12).
Esattamente quaranta giorni dopo aver guidato i Magi fino a Betlemme, accadde come una seconda epifania, e la stella “riapparve” per guidare un altro personaggio all’incontro con il bambino Gesù. Questa volta si fermò sopra la Città santa, Gerusalemme; si fermò sul tempio, proprio nel punto e nel momento in cui Maria e Giuseppe stavano entrando con il Bambino. Fu allora che il vecchio Simeone, sopraggiunto in quell’istante, lo prese tra le braccia radioso di gioia e si mise a benedire Dio che gli aveva finalmente concesso di riconoscere ed incontrare il Messia tanto atteso: “Luce per illuminare le genti e gloria di Israele” (Lc 2,32).
Fantasia evangelica? Sì, ma con verosimile contenuto. Chi era stato, infatti, il regista nascosto dell’incontro del laico Simeone con il bambino Gesù al tempio? L’evangelista Luca narra che lo Spirito già da tempo aveva acceso la stella del Messia nel cuore di Simeone, ma essa, per così dire, era rimasta immobile nel suo cielo interiore, fino al giorno della presentazione al tempio di Gesù, quando “mosso dallo Spirito” Simeone, ignaro, decise di andarvi anche lui (Lc 2,26-27).
E’ verosimile che l’eco della manifestazione celeste ai pastori di Betlemme fosse giunta alle orecchie di Simeone, il quale, conoscendo la legge di Mosè (che prescriveva la rituale purificazione al tempio della puerpera quaranta giorni dopo il parto), sentì come un’imminenza meravigliosa della grazia attesa da tutta la sua vita. Fu così che la stella dello Spirito nel cielo interiore di Simeone, si mosse e lo mosse con infallibile tempismo all’incontro con il santo Bambino, mentre Egli varcava la soglia del tempio tra le braccia di Maria.
Ho voluto collegare l’epifania dei Magi con quella del giusto Simeone per giungere più facilmente alla terza epifania da contemplare oggi, duemila e dieci anni dopo i fatti descritti dall’evangelista Matteo.
La corrispondenza si fa davvero chiara se guardiamo al comune sfondo morale/ spirituale di allora e di oggi: “Nell’interno del racconto e in contrappunto si oppongono luce e tenebre, rappresentazione del bene e del male, dei due campi della storia. Sul bimbo Gesù e sua madre si proietta il grande duello della vicenda umana, tipizzato in Erode e nei Magi. A Betlemme, la città di Davide, si oppone Gerusalemme, la città di Erode; alla ricerca omicida di Erode si contrappone quella amorosa dei Magi; alla paura succede la gioia; all’interrogativo: “Dov’è il re dei Giudei?” subentra il gioioso: “Videro il bambino e sua madre”; alla notte si sovrappone la stella che illumina l’oscurità; la stella indica, ma anche scompare; i sommi sacerdoti egli scribi conoscono la verità sul Messia, ma non lo sanno riconoscere. Emerge, allora, accanto all’accoglienza, il rifiuto, incarnato in Erode, nei sacerdoti e in “tutta Gerusalemme” (G.Ravasi, “I volti di Maria nella Bibbia”, p. 211s).
Ma ora dobbiamo chiederci: “Dov’è – oggi – colui che è nato?” (Mt 2,2). Prima di rispondere esplicitamente ascoltiamo, al riguardo, l’annuncio dell’evangelista Giovanni: la stella della sua parola ci guiderà con certezza. “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,9-12). L’ultimo versetto del vangelo odierno di Matteo mette a fuoco storicamente questo rifiuto omicida di Cristo: “Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12).
Avvertimento che ha salvato Gesù e tutti noi dalla morte! Erode, infatti, stava congiurando contro il Bambino e l’informazione dei Magi avrebbe guidato la sua spada dentro la stalla di Betlemme, vanificando l’opera divina della nostra salvezza.
A duemila anni di distanza, anche a noi è dato un avvertimento riguardante il Bambino, non certo per tornarcene a casa, ma per rimanere a difenderne la vita. Eccolo: “Al di là delle intenzioni, che possono essere varie e magari assumere forme suadenti persino in nome della solidarietà, siamo in realtà di fronte a una oggettiva “congiura contro la vita” che vede implicate anche Istituzioni internazionali, impegnate a incoraggiare e programmare vere e proprie campagne per diffondere la contraccezione, la sterilizzazione e l’aborto” (Enciclica “Evangelium vitae”, anno1995, n. 17).
Avvertimento chiaro, ma a congiurare contro la vita del bambino non sono solamente gli Organismi internazionali, le Multinazionali farmaceutiche, gli Stati (in Italia, legge 194: diritto d’aborto; legge 40: fecondazione omicida assistita; RU486: ruspa sul bambino; pillola dei giorni dopo: morte per asfissia; ecc.). Stanno congiurando anche: Ospedali, Cliniche, Consultori, Servizi sociali, medici, personale e strutture sanitarie, internet, televisione, stampa, insegnanti, catechisti, famiglie, sacerdoti, laici,..: si congiura, infatti, sia direttamente, con la spada in mano, sia indirettamente dando ad Erode l’informazione desiderata.
Ma forse è ancora più estesa, subdola ed efficace la congiura per omissione, quando non si fa nulla o troppo poco per consentire ai bimbi di nascere, aiutando con ogni mezzo ogni gravidanza inattesa o indesiderata, e annunciando con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Un Vangelo per tutti che Giovanni annuncia in un solo versetto: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome” (Gv 1,12).
Commenta infatti Giovanni Paolo II, a conclusione della sua enciclica: “Con la sua incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo. Proprio nella “carne” di ogni uomo, Cristo continua a rivelarsi – (epifania!) – e ad entrare in comunione con noi, così che il rifiuto della vita dell’uomo, nelle sue diverse forme, è realmente rifiuto di Cristo: “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me” (Mt 18,5); “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40) (E.V. 104).
Queste parole permettono di affermare che la gravidanza umana, pur se all’inizio nascosta alla stessa madre,
fin dal concepimento è epifania della Vita davanti al mondo intero.
Ogni volta che è concepito un uomo si rinnova sulla terra la venuta del Salvatore e risuona per tutti l’annuncio sfolgorante dato oggi dal profeta Isaia: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza della genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madia e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore” (Is 60,1-6).
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* Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E’ diventato carmelitano nel 1987. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.