CITTA' DEL VATICANO, domenica, 29 novembre 2009 (ZENIT.org).- A 25 anni dalla pace tra Argentina e Cile, mediata grazie all'impegno di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha sottolineato che la barbarie della guerra non è impossibile da evitare.
Le parole del Papa sono risuonate nella Sala Clementina del Palazzo apostolico vaticano, dove ha ricevuto, insieme alle loro rispettive delegazioni, le Presidenti delle Repubbliche argentina e cilena, Cristina Fernández de Kirchner e Michelle Bachelet, giunte in visita per ringraziare la Santa Sede del ruolo di mediazione svolto in occasione della firma del Trattato di Pace e Amicizia tra i due Paesi.
Grazie alla mediazione di Giovanni Paolo II, nel 1978 fu possibile infatti sventare un conflitto armato tra i due Stati latinoamericani per il controllo di una zona marittima australe del Sudamerica, strategica per il passaggio tra l’Oceano Atlantico e il Pacifico.
In seguito, il 29 novembre del 1984, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, venne firmato un documento ufficiale che, sotto l'egida morale della Santa Sede, poneva fine a tale controversia.
Prima dell'udienza, Benedetto XVI ha avuto incontri separati di venti minuti circa con i due Capi di Stato nella sua Biblioteca privata.
“Nel corso dei cordiali colloqui - riferisce un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede - si è ricordato con gratitudine la meritoria opera di Mediazione compiuta dal Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II e dal compianto Cardinale Antonio Samoré, i quali aiutarono i due Paesi, attraverso la via del dialogo, a dissipare un’annosa controversia territoriale”.
“In particolare – aggiunge la nota –, ci si è soffermati sul fatto che, nel corso di questo quarto di secolo, l’intesa ha portato frutti concreti di bene e di prosperità a due popoli fratelli e continua ad essere d’esempio e di modello per i Paesi dell’America Latina e per l’intera Comunità internazionale. Non è mancato uno scambio di vedute sull’attuale situazione internazionale”.
Il 30 ottobre scorso le Presidenti Cristina Fernández de Kirchner e Michelle Bachelet hanno sottoscritto il Trattato di Maipú, un accordo di integrazione e cooperazione che conferma lo spirito positivo nelle relazioni tra Argentina e Cile.
Nel suo discorso il Papa ha ricordato il “lavoro instancabile come messaggero e artefice di pace” di Giovanni Paolo II, coadiuvato durante i negoziati dal Cardinale Antonio Samorè e dall’allora Cardinale Segretario di Stato, Agostino Casaroli.
Quanto accaduto, ha evidenziato il Pontefice, “è un esempio luminoso della forza dello spirito umano e del desiderio di pace contro la barbarie e l'irrazionalità della violenza e della guerra come mezzo per risolvere i contrasti”.
“E' pertanto necessario – ha continuato – perseverare in ogni momento con ferma volontà e fino alle ultime conseguenze nel tentativo di risolvere le controversie con un reale desiderio di dialogo e di accordo, attraverso pazienti negoziati e i necessari impegni, tenendo conto delle giuste rivendicazioni e dei legittimi interessi di tutti”.
Il conseguimento della pace, ha sottolineato il Santo Padre, “prevede la promozione di un’autentica cultura della vita, che rispetti la dignità umana nella sua pienezza, unita al rafforzamento della famiglia come cellula fondamentale della società”.
Necessarie, ha concluso infine, sono però anche la “lotta alla povertà e alla corruzione, l'accesso a un'istruzione di qualità per tutti, un sostegno alla crescita economica, il consolidamento della democrazia e l'eliminazione della violenza e dello sfruttamento, in particolare contro le donne e i bambini”.
Al termine dell'udienza, ha quindi avuto luogo lo scambio di doni tra il Pontefice e i Capi di Stato, che hanno offerto un medaglione sul quale sono ritratti i profili di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, con lo sguardo rivolto al disegno dei due Paesi.
Successivamente le due delegazioni sono scese nelle Grotte Vaticane per venerare la Tomba di Giovanni Paolo II. Ad accoglierli è stato il Cardinale Angelo Comastri, Vicario del Papa per la Città del Vaticano, che ha pronunciato un breve discorso. Quindi i Presidenti hanno deposto una corona di fiori sulla tomba soffermandosi per qualche istante in raccoglimento.
Terminata la preghiera, le due delegazioni si sono trasferite nella Casina Pio IV, dove ad attenderle hanno trovato i vertici della Segreteria di Stato vaticano.
Infine, nella Sala delle Conferenze il Cardinale Tarcisio Bertone ha rivolto un discorso ai due Capi di Stato, ricordando che “il Cile e l'Argentina, sebbene separati fisicamente dalle Ande, sono due nazioni sorelle strettamente unite da un identico patrimonio religioso, culturale e linguistico”.
E “questa insondabile ricchezza spirituale – ha aggiunto –, insieme all'incrollabile anelito di pace, d'integrazione e di concordia dei loro popoli, è la base di questo storico Trattato di Pace e Amicizia”.
Il porporato ha espresso infine l'auspicio “che il clima di cooperazione e la concordia raggiunta nell'area australe si estendano a tutto il Continente americano e al mondo intero”.
Al termine dell'incontro è stata scoperta nella Casina Pio IV una targa commemorativa dell’evento.