Monsignor Vegliò denuncia il rimpatrio dei minori non accompagnati

Presentando il Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante 2010

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì 27 novembre 2009 (ZENIT.org).- Il presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, monsignor Antonio Maria Vegliò, ha lamentato come in alcune occasioni i bambini immigrati non accompagnati siano rimpatriati nei loro Paesi. 

Lo ha fatto questo venerdì durante la conferenza stampa di presentazione del Messaggio di Benedetto XVI per la 96ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.

“Si sa, infatti, che un minore non accompagnato non può essere rimpatriato, anche se purtroppo tale diritto, come molti altri, non è sempre rispettato”, ha dichiarato.

“Se gli immigrati in genere sono vulnerabili perché si trovano in un Paese che non è il loro e nel quale la protezione può non essere garantita, molto più lo sono gli immigrati minorenni, soprattutto se non accompagnati, e dunque privi di rappresentanti legali o di tutori”, ha aggiunto.

Il presule ha ricordato che i bambini hanno gli stessi diritti degli adulti e ha sottolineato che i motivi per i quali lasciano la propria terra sono simili a quelli degli adulti: conflitti armati, etnici o religiosi, crisi economiche o sociali, assenza di prospettive di futuro nei Paesi d’origine…

Ad ogni modo, ha segnalato alcune ragioni più specifiche dei minori, come “nel caso di difficoltà, o impossibilità, di accedere al Paese di destinazione desiderato”.

In molti casi, ha avvertito, “i genitori, a volte l’intera famiglia, pongono tutte le loro speranze nella riuscita del minore che emigra, il che si trasforma in un forte peso psicologico per il ragazzo che non vuole deluderli”.

Il presule si è anche riferito ai bambini immigrati che hanno la fortuna di essere accompagnati, che come indica il Papa nel suo Messaggio, presentato questo venerdì, fanno parte “di due culture”, con i vantaggi e gli inconvenienti che questo comporta.

Circa la “ricchezza dell’incontro tra differenti tradizioni culturali” di cui parla il testo, monsignor Vegliò ha indicato che questo processo, “se prolungato, potrà un giorno formare società e culture, rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini”.

Il presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha quindi citato il Messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale del Migrante del 2005 per riferirsi alle responsabilità dell’immigrato, che “è impegnato a compiere i passi necessari all’inclusione sociale, quali l’apprendimento della lingua nazionale e il proprio adeguamento alle leggi e alle esigenze del lavoro, così da evitare il crearsi di una differenziazione esasperata”.

Citando poi il Messaggio del 2010, ha sottolineato la responsabilità delle società di accoglienza e ha ricordato riguardo ai minori quella di garantirne la scolarizzazione.

Per questo, è importante “facilitare l’integrazione sociale dei migranti minorenni attraverso ‘opportune strutture formative e sociali’, dando ad essi l’indispensabile ‘possibilità della frequenza scolastica e del successivo inserimento nel mondo del lavoro’”.

Il Papa invita dunque tutti i cristiani a “prendere consapevolezza della sfida sociale e pastorale che pone la condizione dei minori migranti e rifugiati”.

Per monsignor Vegliò, “è commovente l’appello che Benedetto XVI rivolge oggi a tutti i cristiani dopo aver ringraziato le parrocchie e le associazioni cattoliche per quanto operano per i migranti”.

Il presule ha offerto anche alcune statistiche sui minori immigrati in otto Paesi ricchi, tratte da un rapporto dell’UNICEF dell’agosto scorso.

Secondo lo studio, i bambini nati da almeno un genitore immigrato rappresentano una parte significativa di tutti quelli che abitano in questi Paesi.

Ad esempio, in Svizzera sono il 39%, in Australia il 33%, in Germania il 26%, negli Stati Uniti il 22% e in Italia il 10%.

Alcuni di questi minori immigrati provengono da Paesi ricchi occidentali, e in questo caso hanno una cultura simile a quella dei bambini del luogo. Altri arrivano da Paesi a medio o basso reddito di Africa, Asia o Europa orientale.

In Svizzera, ad esempio, il 29% (79.417) dei bambini immigrati proviene dalla Repubblica Federale Yugoslava e l’11% dalla Turchia. Negli Stati Uniti, il 71% proviene dall’America Latina o dal Caribe, mentre in Italia il 12% proviene dal Marocco.

La 96ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato si celebrerà il 17 gennaio 2010, sul tema “I migranti e i rifugiati minorenni”.

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ZENIT Staff

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