Il presidente della Caritas: "Diamo una possibilità ai bambini con l'Hiv"

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ROMA, martedì, 24 novembre 2009 (ZENIT.org).- Il Cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, ha chiesto un’azione immediata per prevenire la morte dei bambini affetti dall’Hiv nei Paesi poveri.

Parlando sul tema della prossima Giornata Mondiale per la Lotta all’Aids – il 1° dicembre -, “Accesso universale e diritti umani”, il Cardinale ha affermato che è un fondamentale diritto umano permettere ai bambini sieropositivi di crescere e diventare adulti, ricorda la Caritas in un comunicato ricevuto da ZENIT.

Attualmente, ha ricordato il porporato, la metà dei bambini affetti dall’Hiv muore prima di aver compiuto due anni perché vive in Paesi poveri in cui l’accesso alle cure adeguate è assai limitato.

“Per molti, la promessa dell’accesso universale arriva troppo tardi – ha confessato -. Troppo tardi per persone come una madre del Sudafrica il cui bambino è morto sulla sua schiena mentre lo portava all’ospedale. Aveva una malattia collegata all’Aids, come i suoi due fratellini, anch’essi morti. La madre ora viene aiutata dalla Caritas, ma affronta il dolore quotidiano di aver perso tre figli che non hanno mai avuto accesso a cure adeguate contro l’Aids”.

“Per milioni di altre persone non è troppo tardi, se ci decidiamo ad agire ora”, ha dichiarato.

Il presidente della Caritas ha ricordato che l’organizzazione lavora in tutto il mondo in comunità in cui l’Hiv sta “devastando le famiglie”.

“Esortiamo i Governi, le compagnie farmaceutiche e la comunità internazionale ad assicurare che i bambini abbiano un accesso tempestivo alle cure dell’Hiv e della tubercolosi”, ha aggiunto. Per raggiungere questi obiettivi, Caritas Internationalis ha lanciato quest’anno la campagna “HAART for Children“.

“Nessuna madre e nessun padre dovrebbe guardare impotente il proprio figlio morire. Nessun bambino dovrebbe soffrire per essere nato in un Paese in cui ci sono un alto tasso di Aids e un sistema sanitario povero”.

“L’accesso universale non è relativo alla geografia, ma all’umanità”, ha affermato il Cardinale Rodríguez Maradiaga. “Vuol dire ridurre la sofferenza e salvare vite. E’ permettere ai bambini di crescere”.

I bambini sotto i 15 anni affetti dall’Hiv sono attualmente due milioni. Circa 15 milioni sotto i 18 anni hanno perso uno o entrambi i genitori per malattie collegate all’Aids.

La Caritas, che promuove anche gli sforzi per prevenire la trasmissione dell’Hiv da madre a figlio, gestisce programmi contro l’Aids in più di 100 Paesi ed è impegnata nella lotta alla pandemia da oltre 20 anni.

Secondo il Rapporto 2009 sull’Aids realizzato dal Programma delle Nazioni Unite per il contrasto all’Aids (UNAIDS) e dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), ricorda la “Radio Vaticana”, il numero delle persone che dal 2001 al 2009 hanno contratto l’Hiv è diminuito del 17%.

Il numero di nuove infezioni registrate è sceso del 15% nell’Africa sub-sahariana, del 25% in Asia orientale e del 10% nel Sud e Sud Est asiatico.

Allo stesso tempo, si è allungata la speranza di vita dei malati grazie ai medicinali antiretrovirali, facendo sì che il tasso di mortalità sia sceso sotto il 10% negli ultimi cinque anni. Questi farmaci sono anche quelli che permettono il calo della trasmissione del virus tra madre e neonato.

Secondo le statistiche, le persone affette dall’Hiv nel mondo sono circa 33 milioni.

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ZENIT Staff

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