Card. Rouco: una scarsa formazione religiosa e morale non giova a nessuno

Per risolvere i problemi educativi servono criteri pedagogici, afferma

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MADRID, martedì, 24 novembre 2009 (ZENIT.org).- L’insegnamento della religione e della morale cattolica nella scuola sarà tra gli argomenti principali trattati dalla Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) nella sua assemblea plenaria autunnale, in svolgimento da questo lunedì fino al 27 novembre, ha reso noto il Cardinale Antonio María Rouco Varela.

Il porporato, Arcivescovo di Madrid, ha ricordato nel discorso d’apertura che nell’assise verranno affrontati anche altri temi, come l’organizzazione del clero, la crisi economica e l’ormai prossimo Congresso Eucaristico Nazionale.

“Noi Vescovi continuiamo ad essere preoccupati, insieme ai professori e a molti genitori, per la carente regolamentazione giuridica dell’insegnamento della Religione e della Morale Cattolica nella scuola”, ha confessato.

Per i Vescovi, ha segnalato, “la mancanza di una vera alternativa accademica pone i docenti e gli alunni di Religione e Morale Cattolica in una situazione costante di autentica eroicità pedagogica”.

“Il deterioramento della formazione religiosa e morale nella scuola non è un bene per nessuno, men che meno per i giovani, che nella pratica se ne vedono privati o costretti a riceverla in condizioni difficili e discriminatorie”, ha sottolineato.

Il Cardinale ha anche espresso la preoccupazione dei Vescovi spagnoli per l’insieme di materie chiamate “Educazione alla cittadinanza”.

“Per il suo carattere obbligatorio, dovrebbe essere programmata come materia di formazione strettamente civico-giuridica e non – come avviene ora – come una materia di formazione morale e di visione dell’uomo, della vita e del mondo, formula tipica di un insegnamento ideologico e indottrinatore”.

Tra gli altri problemi del sistema educativo che ha ricordato, figurano le alte percentuali di insuccesso scolastico, l’indisciplina e la violenza nelle aule e la perdita di autorità da parte dei professori, così come “un’educazione sessuale impartita senza criteri morali e senza che i genitori degli alunni ne siano a conoscenza”.

Per risolvere questi problemi, ha osservato, è necessario utilizzare criteri pedagogici e “il fine ultimo dell’educazione, chiaramente definito alla luce della verità dell’educando”.

Educare all’integrità

Per il porporato, “si tratta di educare la persona umana nella pienezza e nell’integrità del suo essere, che implica la trascendenza del suo destino”, ha indicato.

“Colui che deve essere educato è l’essere umano, nella sua condizione di essere corporale e spirituale, che aspira a superare i limiti della colpa e della morte, dotato di libertà e di coscienza e chiamato alla responsabilità personale e sociale secondo gli imperativi della giustizia, della fraternità e dell’amore”, ha aggiunto.

Allo stesso modo, ha ricordato che i titolari del diritto all’educazione “sono, in primo luogo, i genitori e la società con le diverse istituzioni che la integrano; anche lo Stato è titolare di questo diritto in forma sussidiaria”.

Sacerdoti

Il Cardinale Rouco ha anche spiegato che l’assemblea di questa settimana si concentrerà sullo studio della situazione delle Diocesi e cercherà di profilare proposte per rinnovare il ministero sacerdotale in Spagna.

“Noi sacerdoti siamo meno e più anziani di qualche anno fa”, ha riconosciuto.

La media dell’età del clero diocesano spagnolo è di 63,30 anni, raggiungendo in alcuni luoghi i 72,04. Ogni sacerdote secolare deve assistere, in media, 3.445 persone, e in certe zone del Paese il numero arriva a 9.000.

I Vescovi rifletteranno su questi e su altri dati “per progettare proposte concrete per il rinnovamento del ministero sacerdotale nella Spagna di oggi, sia per quanto riguarda la vita dei presbiteri che per la loro distribuzione, l’organizzazione del loro lavoro e la promozione delle vocazioni”.

Considerando che “sono state ormai superate le manifestazioni più acute della cosiddetta ‘crisi del sacerdozio’ degli anni successivi al Concilio”, ha sottolineato la speranza rappresentata dal fatto che molti giovani e uomini già formati stiano rispondendo alla vocazione sacerdotale nel Paese.

“La preparazione e la celebrazione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù nel 2011 a Madrid ci si offre come occasione eccezionale per la promozione della pastorale giovanile e in particolare di quella vocazionale”, ha segnalato.

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ZENIT Staff

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