PARIGI, domenica 22 novembre 2009 (ZENIT.org).- Il presidente della Conferenza Episcopale Francese (CEF), il Cardinale André Vingt-Trois, Arcivescovo di Parigi, ha denunciato il rischio dell’eugenetica nell’utilizzo della “diagnosi preimpianto”.
“Il Comitato Consultivo Nazionale dell’Etica (CCNE) ha offerto una notifica (nº 107) sulle questioni etiche collegate alla diagnosi prenatale”, ha spiegato in un comunicato del 18 novembre.
“Questa opinione apre la possibilità al rilevamento del Sindrome di Down nella diagnosi preimpianto (DPI)”, ha lamentato il Cardinale.
L’Arcivescovo ha spiegato che “il DPI rappresenta una grave trasgressione etica perché cerca di eliminare gli embrioni non conformi. Questa trasgressione è stata accettata dalla legislazione, nello stretto contesto del rilevamento di malattie genetiche di ‘particolare gravità’, considerate incurabili al momento della diagnosi”.
In questa occasione, però, si compie un nuovo passo, ha denunciato il Cardinale.
“Il fatto di ampliare questa ricerca alla Trisomia 21 rappresenta un ulteriore passo verso l’utilizzo eugenetico della DPI. Nulla impedirà che domani venga estesa alla ricerca di altre malattie, compresa la soddisfazione dei desideri personali”.
“E’ un messaggio estremamente negativo inviato alle persone con Trisomia 21 e alle loro famiglie”, ha segnalato il presidente della CEF.
“Senza nascondere le difficoltà che incontrano le persone affette dalla Sindrome di Down, bisogna ricordare che non si tratta di un’anomalia mortale”, ha sottolineato.
“Non ci troviamo forse davanti a un rifiuto insidioso delle nostre società moderne ad accogliere le persone handicappate?”, ha chiesto.
“Con l’avvicinarsi della revisione delle leggi sulla bioetica, la dichiarazione del CCNE non è esente da preoccupazioni per il rischio di abusi eugenetici, rischio sottolineato nel rapporto del Consiglio di Stato e dagli Stati generali della Bioetica”, ha concluso.