Cina: reazioni del clero alla lettera del Cardinal Bertone

Un testo accessibile su Internet in cinese

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CHANGSHA, venerdì, 20 novembre 2009 (ZENIT.org).- Accessibile su Internet in cinese, la Lettera del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, ai sacerdoti della Cina è stata studiata con attenzione dal clero cinese, indica l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi (MEP), “Eglises d’Asie”.

Pubblicata il 16 novembre in inglese, italiano e cinese sulla web di Fides, agenzia della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, e dalla “Radio Vaticana”, la Lettera del Cardinal Bertone ha trovato rapidamente la via per giungere nella Cina popolare.

Il documento insiste sull’importanza della Chiesa cattolica in Cina e della riconciliazione nel seno della comunità cattolica, e ricorda ai sacerdoti che è nell’Eucaristia che trovano la forza per compiere pienamente il loro ministero sacerdotale.

Nel testo, i Vescovi sono anche invitati a garantire che la formazione iniziale e quella permanente del clero siano adatte alle necessità del momento.

Interpellato dall’agenzia Ucanews, padre John Li Hongwei, della parte “ufficiale” della Diocesi di Changsha (provincia dell’Hunan), ritiene la Lettera sia opportuna e un utile aiuto per guidare i sacerdoti ad agire secondo il Vangelo.

La sede episcopale di Changsha è stata vacante per nove anni e i sacerdoti tendono a lavorare in modo autonomo, senza grande cooperazione tra di loro.

Questa mancanza di unità nel lavoro pastorale è potenzialmente una fonte di difficoltà, spiega il sacerdote.

Per padre Paul Bai Chunlong, giovane presbitero della Diocesi “ufficiale” di Jilin, l’appello ai Vescovi a vegliare con particolare attenzione sui loro sacerdoti appena ordinati è molto importante.

“A volte, quando ci sono pochi fedeli, i sacerdoti possono trovarsi isolati, esposti a tentazioni forti e molteplici”, ha precisato il presbitero, che insegna in un grande seminario del nord-est del Paese.

L’evocazione della figura del Santo Curato d’Ars come modello per il clero di oggi in Cina, ha aggiunto, ha un grande significato.

Quanto all’enfasi sulla riconciliazione all’interno della stessa comunità cattolica, padre Bai considera che l’iniziativa deve sorgere dagli stessi Vescovi, sia quelli che appartengono alla parte “clandestina” che quelli della parte “ufficiale” della Chiesa.

“Tre miei compagni di classe, all’epoca delle scuole elementari, sono diventati sacerdoti ‘clandestini’, e per molto tempo abbiamo perso i contatti; attualmente, ci chiamiamo per telefono e ci incontriamo regolarmente”, ha dichiarato.

A Jujian, padre Jean-Baptiste è un sacerdote “clandestino” della Diocesi di Mindong. Ritiene molto importante la preoccupazione espressa dal Cardinal Bertone per i sacerdoti cinesi.

Sia il clero che i laici sono attualmente impregnati del mondo in cui vivono, “un mondo molto secolarizzato”, e si accoglie favorevolmente l’enfasi sulla necessità di rafforzare la formazione spirituale.

Il presbitero sottolinea che gran parte del clero cinese ha ricevuto una formazione spirituale, ma incompleta.

Interpellato dall’agenzia AsiaNews, un Vescovo di circa 40 anni ha sottolineato le conseguenze di questa mancanza di formazione.

“Alcuni sacerdoti sono sempre occupati al computer e con Internet e mancano alla missione di fornire sostegno spirituale ai laici”, indica.

“Quanto a noi giovani Vescovi, sentiamo la necessità di una formazione complementare, ma non sempre sappiamo a chi rivolgerci”, ha aggiunto.

A causa della mancanza di ordinazioni sacerdotali per trent’anni, inoltre, la Chiesa in Cina presenta una peculiarità: tra i circa 3.000 sacerdoti e Vescovi (“clandestini” e “ufficiali” indistintamente), c’è un gruppo, in diminuzione, di persone più anziane e uno, che diventa a poco a poco predominante, di persone giovani (sacerdoti e Vescovi tra i 30 e i 50 anni).

Questa differenza d’età, indica il sacerdote “clandestino” di Mindong, non è neutra: i Vescovi più anziani tendono a perdere l’energia necessaria per dirigere i loro giovani sacerdoti, e i Vescovi giovani ritengono un compito delicato farsi rispettare dai sacerdoti loro coetanei.

Secondo padre Chen Xiaofeng, decano del grande seminario di Shijiazhuang, nell’Hebei, la Lettera del Cardinal Bertone dà un forte sostegno a tutte le iniziative per rafforzare la formazione spirituale nella Chiesa.

Non è perché aumenta il numero di vocazioni in Cina che devono essere abbassati i criteri per accettare i seminaristi, osserva.

Il discernimento delle vocazioni è fondamentale, sottolinea, se non si vuole che, sul piano spirituale, una formazione inadeguata in seminario dia luogo all’ordinazione di sacerdoti che non agiscono secondo le esigenze del ministero del quale sono stati investiti.

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ZENIT Staff

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