Futuro nero per l'Europa se non investirà nella famiglia

Presentato un rapporto al Parlamento Europeo

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BRUXELLES, martedì, 17 novembre 2009 (ZENIT.org).- L’Europa è immersa in un inverno demografico senza precedenti, con una panorama desolante e un futuro catastrofico. E’ la conclusione del rapporto “Evoluzione della Famiglia in Europa 2009”, elaborato dalla Rete Europea dell’Istituto di Politica Familiare (IPF) e presentato mercoledì scorso nella sede del Parlamento Europeo.

Si sono incaricati della presentazione Jaime Mayor Oreja, vicepresidente del Partito Popolare Europeo (PPE), Cristiana Muscardini, eurodeputata italiana, Eduardo Hertfelder, presidente della Federazione Internazionale dell’Istituto di Politica Familiare, e i rappresentanti dell’IPF di Francia Martha Thes e Amelie Gautier.

Secondo il rapporto, “l’invecchiamento della popolazione, la natalità critica, l’aumento degli aborti, il crollo dei matrimoni, l’esplosione delle rotture familiari e lo svuotamento delle case sono i principali problemi degli europei”.

“L’Europa è a un bivio: scommettere in modo vero e integrale sulla famiglia, la maternità e l’infanzia o mantenere gli aiuti insufficienti che hanno provocato il panorama attuale, con prospettive catastrofiche in un futuro prossimo”, ha detto Hertfelder durante la presentazione.

In base ai dati, gli indicatori di popolazione, natalità, matrimoni e rottura familiare sono peggiorati negli ultimi 28 anni.

Le persone con più di 65 anni superano ormai di oltre 6,5 milioni i giovani con meno di 14 anni, mentre ogni anno nascono meno bambini. Per l’IPF, inoltre, c’è un milione di divorzi all’anno e due famiglie europee su tre non hanno figli.

Il presidente dell’IPF sostiene che questo sta provocando “effetti constatabili sia nella dimensione economica che in quella sociale”.

“Dal punto di vista economico, si sta verificando un aumento delle spese pubbliche per l’invecchiamento della popolazione, con una crescita delle uscite per pensioni e spese sanitarie. Spese che, aggiunte agli effetti prodotti dalla caduta delle entrate pubbliche per il deficit di natalità, possono finire per provocare la riduzione/eliminazione di prestazioni sociali e, alla fine, il crollo del welfare State”.

Quanto agli effetti sociali, “emerge intensamente una società destrutturata dalla rottura familiare, con famiglie sempre più solitarie, con un individualismo crescente e una perdita dei valori e dei riferimenti che rendono possibile la coesione sociale”.

Se non si invertirà la tendenza, nel 2050 la popolazione europea avrà perso 27,3 milioni di persone, un abitante su tre avrà più di 65 anni e solo uno su otto avrà meno di 15 anni, mentre l’età media sarà di 46,7 anni.

Relativamente all’aborto, l’IPF parla di “esplosione”: “dal 1990 nell’UE sono stati effettuati 28 milioni di aborti, che sono diventati la prima causa di mortalità in Europa. E’ l’equivalente della somma delle popolazioni di Malta, Lussemburgo, Cipro, Estonia, Slovenia, Lettonia, Lituania, Irlanda, Finlandia e Slovacchia”.

L’Europa destina sempre meno fondi alla famiglia: non solo gli aiuti sono scesi fino al 2,1% del PIL negli ultimi 10 anni, ma è diminuito il loro peso rispetto alle spese sociali, raggiungendo appena un euro al giorno per persona.

E’ quindi necessaria, ha concluso il presidente dell’IPF, una “sensibilità crescente nei confronti della problematica della famiglia, e che sia la Commissione che il Parlamento promuovano il sostegno alla famiglia, la maternità e la conciliazione della vita lavorativa e familiare come risposta all’inverno demografico”.

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ZENIT Staff

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