Un Vescovo cinese rivela perché si è unito all'Associazione Patriottica

“Per il bene della Chiesa”, afferma monsignor An Shuxin

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PECHINO, lunedì, 16 novembre 2009 (ZENIT.org).- “Sono entrato nell’Associazione Patriottica per il bene della Diocesi e per l’urgenza di evangelizzare”, ha affermato monsignor Francesco An Shuxin, Vescovo coadiutore di Baoding (Cina).

In alcune dichiarazioni ad AsiaNews, il presule ha spiegato la sua decisione di unirsi alla Chiesa ufficiale e la sua accettazione di un incarico nell’Associazione Patriottica dopo decenni di clandestinità e dieci anni di prigionia in un luogo sconosciuto.

L’Associazione Patriottica è un’organizzazione che mira a costruire una Chiesa indipendente dalla Santa Sede. Benedetto XVI, nella sua Lettera ai cattolici cinesi del maggio 2007, ha definito questo obiettivo “inconciliabile con la dottrina cattolica”.

Monsignor An, 60 anni, si è unito all’Associazione Cattolica Patriottica (ACP) e alla Commissione Amministrativa della Chiesa Cattolica della città di Baoding nel luglio scorso. A livello cittadino, ha detto, significava assumere un incarico per una migliore gestione della Diocesi.

Fonti del Vaticano e di Baoding hanno detto ad AsiaNews che il Vescovo era stato spinto a questa decisione dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che ha negato con decisione il fatto.

AsiaNews ha chiesto a monsignor An se avrebbe assistito alla posticipata Assemblea Nazionale della Conferenza dei Rappresentanti Cattolici della Cina. In questa sede, si dovrebbero votare il presidente nazionale dell’Associazione Patriottica e il presidente del Consiglio dei Vescovi (una sorta di conferenza di Vescovi ufficiali non riconosciuta dal Vaticano).

L’intenzione dell’AP è assicurare che il candidato eletto sia obbediente alla sua volontà, e nell’attesa di piegare i Vescovi al suo controllo continua a rimandare, ormai da quasi due anni, la data della riunione. Il Vescovo An ha detto che l’assemblea è per chi ha dei titoli importanti, e lui non rientra tra questi.

Molti cattolici ed esperti della Chiesa in Cina non sono d’accordo con la decisione del Vescovo di unirsi all’AP, visto che contravviene ai principi che animano la Lettera papale del 2007. Il presule ha risposto che se fosse necessario abbandonerà l’AP.

Il risentimento nei suoi confronti è aumentato anche per il fatto che il Vescovo ordinario di Baoding, monsignor Giacomo Su Zhimin, è scomparso nelle mani della polizia dal 1996. E’ stato visto solo per un breve periodo in ospedale nel novembre 2003 e fino a pochi giorni fa non si sapeva nemmeno se fosse ancora vivo. A tutt’oggi non si conosce il luogo dove viene tenuto prigioniero insieme ad altri sacerdoti che erano stati arrestati.

Per salvare la divisione tra i cattolici di Baoding, alcuni pensano che bisognerebbe lavorare per liberare monsignor Su Zhimin.

Quanto alle difficoltà che affronta la Diocesi, monsignor An afferma di non essere stato lui a provocarle e di non avere alcun mezzo per risolverle. Alcuni sacerdoti, ha segnalato, non collaborano con lui perché “non riescono ad abbandonare le loro concezioni antiquate” per accettare quelle “nuove” e lavorare nell’ufficialità.

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ZENIT Staff

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