Il Cardinal Bertone incoraggia alla speranza i sacerdoti cinesi

Invia loro una Lettera in occasione dell’Anno Sacerdotale

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ROMA, lunedì, 16 novembre 2009 (ZENIT.org).- L’Anno Sacerdotale, “un dono del Santo Padre Benedetto XVI” che si celebra nel 150° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney, invita a rivolgersi ai presbiteri cinesi “in una maniera particolare”.

Lo afferma il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, nella Lettera che ha inviato ai presbiteri della Cina che inizia rivolgendo loro un “Invito alla speranza” e sottolineando come linee-guida per il futuro cammino della Chiesa nel Paese “la riconciliazione all’interno della comunità cattolica e un dialogo rispettoso e costruttivo con le Autorità civili, senza rinunciare ai principi della fede cattolica”.

Per affrontare l’attuale situazione ecclesiale e socio-politica in cui si trovano a vivere, scrive il porporato ai sacerdoti, “è urgente per ciascuno di voi attingere luce e forza alle sorgenti della spiritualità sacerdotale, che sono l’amore di Dio e l’incondizionata sequela di Cristo”.

“Le nuove sfide, che il Popolo cinese deve affrontare all’inizio del Terzo Millennio, vi chiedono di aprirvi con fiducia al futuro e di continuare a cercare di vivere integralmente la fede cristiana”, spiega, ricordando ai sacerdoti cinesi che non sono soli anche se rappresentano un “piccolo gregge in mezzo a una grande moltitudine di persone”, vivendo “a fianco sia di seguaci di altre religioni sia di persone che hanno una posizione di indifferenza, se non di avversione, verso Dio e verso la religione”.

Il Cardinale spiega quindi ai presbiteri che ci sono vari modio in cui possono dare il loro “prezioso contributo”: “ad esempio, visitando frequentemente sia famiglie cattoliche e non cattoliche sia villaggi, mostrando la vostra sollecitudine per i bisogni della gente; aumentando gli sforzi per preparare e formare buoni catechisti; favorendo un uso maggiore dei servizi caritativi, diretti specialmente ai bambini e alle persone ammalate e anziane, allo scopo di mostrare la carità disinteressata della Chiesa; organizzando riunioni speciali, in cui i cattolici possano invitare i loro parenti e amici non cattolici affinché vengano meglio a conoscenza della Chiesa cattolica e della fede cristiana”.

Sull’esempio del Santo Curato d’Ars, bisogna inoltre “imparare a identificarci con il ministero ricevuto” e a valorizzare il dialogo, che “si apprende nel dialogo con Dio, in una preghiera continua e sincera”.

L’importanza dell’Eucaristia

Il Segretario di Stato vaticano ricorda quindi ai sacerdoti la fonte in cui “trovare la forza per essere fedeli alla vostra importante missione”, l’Eucaristia.

“La celebrazione del Mistero Pasquale rivela l’agape, cioè l’amore di Dio, quell’amore che vince il male e, quindi, trasforma il male in bene, l’odio in amore. Attraverso la partecipazione al Corpo e al Sangue di Cristo nell’Eucaristia”, “diventiamo i soggetti della vera trasformazione dei cuori”.

“Di valore inestimabile nella vita di ogni sacerdote” è poi il culto reso all’Eucaristia fuori della Messa, che i pastori devono incoraggiare “sia con la testimonianza personale sia organizzando un’ora settimanale di adorazione, processioni, ecc., ai livelli diocesano e parrocchiale”.

Allo stesso modo, bisogna radicarsi nella Parola di Dio. Per questo, il Cardinale ha invitato i presbiteri cinesi a chiedersi: “È vero che essa è il nutrimento di cui viviamo, più di quanto lo siano il pane e le cose di questo mondo? La conosciamo davvero? La amiamo? Ci occupiamo interiormente di questa Parola al punto che essa realmente dia un’impronta alla nostra vita e formi il nostro pensiero?”.

Sostegno ai seminaristi e formazione permanente

Ricordando che negli ultimi cinquant’anni in Cina sono fiorite numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, il Cardinal Bertone esorta quindi a far sì che la celebrazione dell’Anno Sacerdotale sia un’occasione per avviare iniziative di sostegno ai seminaristi.

A questo riguardo, invita i Vescovi a “dedicare particolare attenzione alla loro formazione visitandoli nei seminari e mostrando profonda premura per la formazione che essi vi ricevono, sul piano sia spirituale sia accademico”.

In una situazione in cui il giovane clero “è sempre più sottoposto a nuove sfide pastorali, connesse con le esigenze del compito di evangelizzare una società così complessa com’è la società cinese attuale”, è inoltre necessaria la formazione permanente.

I presbiteri ordinati da poco, sottolinea, “di frequente devono lavorare da soli” sentendosi “isolati, con gravi responsabilità”. Per questo, accanto alla formazione continua dovrebbero essere “accolti e aiutati dal clero più anziano”.

Riconciliazione dei cuori

Il cattolicesimo in Cina, osserva il Segretario di Stato, non è esente da divisioni. Tutto, però, “rientra nel piano di Dio, affinché tutto serva alla sua onnipotenza che è sapienza e infinito amore”.

Esortando a “cercare la riconciliazione con gesti concreti”, osserva che per ottenere ciò occorre “prestare attenzione anche alla formazione umana di tutti i fedeli, compresi i sacerdoti e le religiose, poiché la mancanza di maturità umana, di auto-controllo e di armonia interiore è la fonte più frequente di incomprensioni, di mancanza di cooperazione e di conflitti in seno alle comunità cattoliche”.

Il porporato chiude quindi la sua Lettera auspicando che la vita dei sacerdoti cinesi “sia guidata sempre più da quegli ideali di totale donazione a Cristo e alla Chiesa che ispirarono il pensiero e l’azione del Santo Curato d’Ars”, fiducioso che il loro lavoro pastorale produrrà “un raccolto abbondante”.

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ZENIT Staff

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