Tesori e ricchezze della Basilica di San Pietro

Congresso a Roma sul tempio cattolico più grande del mondo

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di Carmen Elena Villa

ROMA, venerdì, 13 novembre 2009 (ZENIT.org).- Architetti e storici dell’arte provenienti da Paesi come l’Italia, la Spagna, la Austria, la Francia o gli Stati Uniti partecipano al congresso “Basilica di San Pietro, fortuna e immagine”, organizzato dal Comitato internazionale per la celebrazione dei 500 anni della Basilica.

L’obiettivo è studiare il tempio cattolico più grande del mondo come incomparabile gioiello di architettura, liturgia e spiritualità.

La costruzione dell’attuale Basilica (quella antica era stata costruita per ordine di Costantino nel 324) iniziò il 18 aprile 1506. Nel 1547 Papa Paolo III incaricò Michelangelo di disegnare un nuovo progetto con una cupola che potesse sovrastare l’altare papale. La cupola venne terminata da Giacomo della Porta, la costruzione di San Pietro terminò nel 1626.

Oggetto di studio

Durante l’evento accademico sono stati presentati alcuni libri sull’architettura di San Pietro e un progetto in DVD intitolato “Pensando a San Pietro”, sulla storia e la vita della Piazza omonima, realizzato da Marco Guardo, Ebe Antetomaso, Mario Gori Sassoli e Rita Parma.

Uno degli organizzatori del congresso è il professor Vittorio Casale, dell’Università di Roma Tre, che oltre a essere il moderatore di alcune sessioni ha pronunciato un intervento sul tema “Il ruolo della Basilica di San Pietro nelle cerimonie di beatificazione e canonizzazione”, sottolineando in particolare il XV secolo.

Prossimamente verrà pubblicato un libro scritto da lui che ha lo stesso titolo del suo intervento e “vuole analizzare la produzione artistica realizzata per la beatificazione e la canonizzazione e per altre feste successive”.

“Significa esaminare gli artisti che hanno prodotto quadri per queste occasioni, anche gli architetti, per dimostrare qualcosa che avevo già intuito: che le canonizzazioni sono la maggiore occasione artistica del XV secolo”, ha detto Casale in un colloquio con ZENIT.

“A Roma il primo strumento per la diffusione di queste figure erano le immagini. La prima cosa era cercare chi le dipingesse, e poi i quadri andavano da una parte all’altra. Per gli artisti era una grande occasione, non solo economica, ma anche di conoscenza”, ha segnalato.

A questo proposito ha portato un esempio: “per la canonizzazione di San Fernando nel 1671 vennero realizzati circa 2.000 o 2.500 quadri. Erano di vario tipo, destinati alla devozione popolare, e alcuni sono stati venduti”. Oggi restano pochi esemplari di questi dipinti.

Altri temi analizzati durante il congresso sono stati “San Pietro come modello della riforma gregoriana” di Arturo Carlo Quintavalle, “San Pietro e Castel Sant’Angelo come immagini di Roma” di Silvia Maddalo e “L’influenza dell’architettura di San Pietro nell’ambito internazionale” di Elisabeth Kieven.

L’evento accademico si è concluso questo venerdì mattina nell’Aula del Sinodo in Vaticano alla presenza del Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica.

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ZENIT Staff

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