ROMA, venerdì, 13 novembre 2009 (ZENIT.org).- Il movimento in difesa del crocifisso sta superando i confini italiani e si sta diffondendo in Europa e nelle altre religioni.
In Italia, alla sentenza della Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo in cui si chiede di rimuovere tutti i crocifissi dalle aule scolastiche, è seguito un moto popolare in favore della Croce che ha investito tutti gli ambiti sociali, politici, culturali e amministrativi.
E’ notizia di mercoledì che questo moto di rivolta contro la sentenza di Strasburgo si sta propagando in altri paesi d’Europa e tra le altre religioni.
Sempre a Strasburgo, cinque eurodeputati italiani hanno firmato una dichiarazione in favore del crocifisso che respinge la sentenza della Corte dei Diritti dell’Uomo.
Secondo il regolamento possono essere solo cinque i proponenti della dichiarazione. Ora affinché questa diventi un pronunciamento ufficiale dell’Assemblea parlamentare dell’Unione europea, si hanno tre mesi di tempo per raccogliere la metà più uno dei 736 eurodeputati.
Alle prime cinque firme, Sergio Silvestris, Mario Mauro, Davide Maria Sassoli, Gianni Pittella e Magdi Cristiano Allam, si sono subito aggregati Cristana Moscardini, Carlo Casini, Mario Borghezio, Erminia Mazzoni, Gianluca Susta e Anna Zaborska.
Nella dichiarazione si chiede “di riconoscere il pieno diritto di tutti gli stati membri di esporre anche simboli religiosi all’interno dei singoli luoghi pubblici e delle sedi istituzionali, laddove tali simboli siano rappresentativi della tradizione e della identità di tutto il Paese, e dunque elementi unificanti dell’intera comunità nazionale, rispettosi dell’orientamento religioso di ciascun cittadino”.
All’iniziativa degli eurodeputati ha dato sostegno anche il Ministro dell’Istruzione italiano, Maria Stella Gelmini, la quale ha spiegato che la croce rafforza e non indebolisce l’Europa.
La Gelmini ha difeso il diritto dell’Italia a fare ricorso perchè in Europa ci sono sette o otto Paesi che hanno nella loro bandiera la Croce, per questo “riteniamo del tutto insensato” il parere della Corte di Strasburgo che “offende i popoli e le nostre tradizioni”.
Nel frattempo in Italia continuano le manifestazioni popolari in difesa della Croce.
Per sabato 14 novembre, a Verona, il gruppo “Con Cristo per la Vita”, facente capo al Movimento mariano Regina dell’Amore di Schio (VI), ha indetto una marcia per la vita e per la difesa del crocifisso che partirà alle 15:30 da piazza Brà per raggiungere piazza del Duomo.
Gli aderenti alla marcia percorreranno varie vie preceduti da un grande crocifisso recitando il rosario e la coroncina della Divina Misericordia e portando ciascuno in mano il simbolo della loro fede, cioè il crocifisso sulla mano destra e il rosario sulla sinistra come scritto da S. Luigi G. de Monfort.
Tra i tanti che stanno raccogliendo firme in sostegno del crocifisso anche la rivista online “Riscossa cristiana”.
Molto importante il sostegno della Chiesa ortodossa russa ai cattolici che si battono per il crocifisso.
L’Arcivescovo Hilarion Alfeyev, che fa le veci del ministro degli esteri del Patriarcato di Mosca, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che “la Corte europea non ha il diritto di privare l’Europa di uno dei suoi simboli” anche perchè il crocifisso “è sempre stato un simbolo di apertura e accoglienza”, per questo motivo “siamo totalmente solidali con la Chiesa italiana e il governo, che si sono già pronunciati sulla vicenda”.
Invece, nel numero di dicembre di “Mondo e Missione”, la rivista dei Pontificio Istituto Missioni Estere, Randa Ghazy, giovane scrittrice musulmana, di origine egiziana ma nata in Italia ha scritto nella sua rubrica “Biutiful Cauntry” che “il crocifisso, in ogni classe che ricordo (dalle elementari fino al liceo) è sempre stato per me un simbolo rassicurante, una proiezione della grandezza di cuore di Cristo”.