CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 12 novembre 2009 (ZENIT.org).- Individuare percorsi formativi per gli operatori del settore caritativo è l’obiettivo della 28ma Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, in svolgimento a Roma dal 12 al 14 novembre.
Partecipano all’incontro i membri del Consiglio, alcuni Cardinali e Vescovi di tutto il mondo e rappresentanti di grandi organismi caritativi della Chiesa cattolica, come il Catholic Service, Manos Unidas, Caritas Italia e Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Il Presidente di “Cor Unum”, il Cardinale Paul Josef Cordes, ha spiegato in un’intervista concessa a “L’Osservatore Romano” che la riflessione segue un’indicazione di Papa Benedetto XVI, che nella sua Enciclica “Deus caritas est” ha richiamato l’importanza della “formazione del cuore”.
“Fino a oggi al centro della riflessione sulla lotta alla miseria c’era solo la prospettiva degli scopi da perseguire nell’impegno caritativo – ha ricordato il porporato -. Ora vogliamo superare questa limitazione e concentrarci sulle qualità umane e spirituali di tutti coloro che operano nelle agenzie caritative cattoliche, siano essi professionisti o volontari”, per “rispondere concretamente al suggerimento del Papa e porre l’accento sui percorsi formativi di base da realizzare per la preparazione dei nostri operatori”.
L’impegno nel mondo della carità, ha osservato il Cardinale Cordes, è molto vasto nella Chiesa, rappresentando “una testimonianza concreta che apre le porte di molti cuori”.
“Proprio per questo è fondamentale che chi lavora in questo settore lo faccia con criteri non solo di umanità ma anche di professionalità e sia motivato dalla fede”, ha aggiunto.
Tra le varie iniziative intraprese da “Cor Unum” per far fronte a questo impegno, il porporato ha citato i corsi di esercizi spirituali riservati ai presidenti e ai responsabili delle Caritas nazionali e diocesane e aperti anche agli altri organismi che operano nell’ambito della carità all’interno della Chiesa.
L’anno scorso si sono svolti a Guadalajara (Messico) alla presenza di circa 500 persone tra sacerdoti, religiosi e religiose, laici e laiche. Visto il successo dell’iniziativa, quest’anno l’incontro si è ripetuto a Taipei (Taiwan), dove sono stati organizzati esercizi spirituali per gli operatori del continente asiatico.
Per il Presidente del dicastero vaticano, la risonanza di eventi come questi mostra che “c’è sete di spiritualità in questo campo”.
“Siamo contenti di poter dare il nostro contributo nell’individuare e nel soddisfare questo bisogno”, ha ammesso.
“Ora – ha concluso – vorremmo che tutti imparassero che la carità evangelica non può essere disgiunta dal suo radicamento nella Parola e che essa deve essere sempre alimentata dalla preghiera. Parola di Dio e preghiera: c’è un percorso migliore per la carità?”.
Dal canto suo, il sottosegretario di “Cor Unum”, monsignor Giovanni Pietro Dal Toso, ha spiegato alla “Radio Vaticana” il tema di quest’anno vuole “precisare il tema della formazione, individuando alcuni elementi importanti per questi percorsi formativi, elementi concreti per la formazione di chi opera negli organismi caritativi”.
Per il presule, “c’è un bisogno, sentito anche, di approfondire le radici della fede, di quello che si opera nella carità: c’è un rapporto tra fede e carità che non possiamo semplicemente ignorare, ma che siamo chiamati costantemente a ravvivare”.
Uno dei compiti più importanti di “Cor Unum”, del resto, è proprio quello di “richiamare le radici di fede dell’attività caritativa”.