Il Papa ai Vescovi italiani: priorità all'emergenza educativa

Nel messaggio alla 60a Assemblea generale della CEI in corso ad Assisi

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 10 novembre 2009 (ZENIT.org).- L’educazione delle nuove generazioni è una sfida urgente che deve impegnare tutta la Chiesa. E’ quanto ha ribadito Benedetto XVI in un messaggio inviato ai partecipanti alla 60a Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), in corso in questi giorni ad Assisi.

Richiamando quanto già detto nell’ultimo incontro del 28 maggio scorso con i membri dell’Assemblea generale della CEI, il Papa ha sottolineato che “l’emergere dell’istanza educativa è un segno dei tempi che provoca l’Italia intera a porre la formazione delle nuove generazioni al centro dell’attenzione e dell’impegno di ciascuno, secondo le rispettive responsabilità e nel quadro di un’ampia convergenza di intenti”.

“La sfida educativa – ha continuato – attraversa tutti i settori della Chiesa ed esige che siano affrontate con decisione le grandi questioni del tempo contemporaneo: quella relativa alla natura dell’uomo e alla sua dignità – elemento decisivo per una formazione completa della persona – e la ‘questione di Dio’, che sembra quanto mai urgente nella nostra epoca”.

A qusto proposito, ha richiamato quanto affermato il 24 luglio scorso, durante la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta: “Se la relazione fondamentale – la relazione con Dio – non è viva, non è vissuta, anche tutte le altre relazioni non possono trovare la loro forma giusta”.

Perché ciò avvenga, occorre che tutti i Vescovi, diventino “adorazione vivente, dono che trasforma il mondo e lo restituisce a Dio”, ha continuato con un pensiero rivolto all’Anno Sacerdotale.

Il Papa ha quindi accennato all’altro tema al centro dell’Assemblea: la “questione meridionale”.

“A vent’anni dalla pubblicazione del documento ‘Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno’ – ha detto – , avvertite il bisogno di farvi voce e carico delle esigenze di un Paese che non crescerà se non insieme”.

“Nelle terre del Sud – ha aggiunto – la presenza della Chiesa è germe di rinnovamento, personale e sociale, e di sviluppo integrale. Possa il Signore benedire gli sforzi di coloro che operano, con la tenace forza del bene, per la trasformazione delle coscienze e la difesa della verità dell’uomo e della società”.

Il Papa è quindi passato a parlare della nuova edizione italiana del Rito delle esequie, in sostituzione dell’edizione del 1974, che verrà esaminata dai Vescovi italiani presenti ad Assisi.

“Essa risponde – ha affermato Benedetto XVI – alla necessità di coniugare la fedeltà all’originale latino con gli opportuni adattamenti alla situazione nazionale, facendo tesoro dell’esperienza maturata dopo il Concilio Vaticano II, con sguardo attento al mutato contesto socio-culturale e alle esigenze della nuova evangelizzazione”.

“Il momento delle esequie costituisce un’importante occasione per annunciare il Vangelo della speranza e manifestare la maternità della Chiesa”, ha detto.

“In una cultura che tende a rimuovere il pensiero della morte, quando addirittura non cerca di esorcizzarla riducendola a spettacolo o trasformandola in un diritto, è compito dei credenti gettare su tale mistero la luce della rivelazione cristiana”, ha concluso infine.

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ZENIT Staff

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