Libano: un Centro per rafforzare nella fede i laici cristiani

“Molti musulmani non ci accettano”, confessa il coordinatore del progetto

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ROMA, lunedì 9 novembre 2009 (ZENIT.org).- Un progetto pionieristico per fornire sostegno spirituale e pastorale ai fedeli cristiani in una zona del Libano a maggioranza musulmana è stato salutato come un’iniziativa fondamentale per arginare il declino della Chiesa nella regione.

Quando il Centro Spirituale di Kobayat, nel nord del Paese, aprirà le sue porte tra un anno, la sua opera si concentrerà soprattutto sui laici, considerati decisivi per una Chiesa sotto pressione a causa della massiccia emigrazione dei cristiani, della povertà e dell’estremismo.

Fondamentale per lo sviluppo dell’iniziativa è il rinnovamento dell’ex monastero e degli edifici scolastici che risalgono al XIX secolo, per costruire una cappella, un centro conferenze, sale per i seminari, due mense e dormitori.

Il progetto, che ha già ricevuto un finanziamento di 40.000 euro da parte dell’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), è considerato un programma coraggioso di rinnovamento cristiano in una zona vicina al confine con la Siria e afflitta da numerosi problemi, come l’instabilità politica.

Il coordinatore dell’iniziativa, padre Raymond Abdo, Provinciale dei Carmelitani Scalzi in Libano, ha detto ad ACS che il centro e il suo lavoro con i laici sono “una priorità” per l’opera pastorale della sua Congregazione.

“Con il declino del numero dei fedeli e l’aumento del fondamentalismo islamico, la situazione materiale della Chiesa in Libano ne ha risentito, ma ciò che vediamo ora è una rinascita della consapevolezza cristiana tra i fedeli, e per costruire su di questa dobbiamo porre maggior enfasi sulla formazione dei laici”.

“Possiamo lavorare al nuovo centro di Kobayat solo grazie all’aiuto di ACS”, ha confessato, esprimendo il suo ringraziamento a tutti coloro che sostengono la Chiesa in Libano.

L’iniziativa di Kobayat si ispira al successo di un progetto simile dei Carmelitani sviluppato a Hazmiye, appena fuori la capitale libanese Beirut.

Dal 2004, centinaia di laici – tra cui molti giovani – ricevono catechesi e corsi nella spiritualità carmelitana basati soprattutto sulla mistica spagnola e dottore della Chiesa del XVI secolo Santa Teresa d’Avila.

I centri di Beirut e di Kobayat sono una risposta alla forte emigrazione che caratterizza la comunità cristiana libanese.

Padre Raymond ha ricordato che i cristiani del Libano si sono dimezzati dal 1970, e ora non raggiungono il 35% della popolazione.

“Molti musulmani non accettano noi cristiani – ha confessato –. Come minoranza, non ci sentiamo accettati nella nostra società. Stiamo testimoniando un’ondata di fondamentalismo islamico”.

Nonostante i tanti problemi, ha ammesso, “la nostra Chiesa è piena di speranza per il futuro”.

“Ora siamo più consapevoli del nostro ruolo, che è quello di essere testimoni della fede in Gesù Cristo e della sua presenza tra noi”.

Il Libano è uno dei Paesi prioritari per ACS, che lo scorso anno ha donato alla Chiesa locale 290.000 euro.

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ZENIT Staff

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