Il Papa: i migranti, una "risorsa" più che una fonte di paure

Udienza ai partecipanti al VI Congresso per la Pastorale dei Migranti e dei Rifugiati

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 9 novembre 2009 (ZENIT.org).- I migranti non devono essere considerati solo una fonte di paure e di problemi, quanto piuttosto una risorsa da valorizzare con spirito di accoglienza per la promozione di uno sviluppo autentico.

Lo ha detto questo lunedì Benedetto XVI nel ricevere i partecipanti al VI Congresso per la Pastorale dei Migranti e dei Rifugiati, apertosi quest’oggi in Vaticano e che ha per tema: “Una risposta pastorale al fenomeno migratorio nell’era della globalizzazione. A cinque anni dall’Istruzione Erga migrantes caritas Christi“.

Il Congresso mondiale riunisce circa 300 persone provenienti da 81 nazioni, tra cui figurano Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, delegati fraterni dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, dal Patriarcato Ecumenico, dalla Comunione Anglicana e dalla Federazione Mondiale Luterana, oltre a esperti, accademici e inviati di Organizzazioni internazionali, Movimenti ecclesiali e associazioni.

Le migrazioni sono una realtà in crescita che tocca tutti i Paesi del mondo. Le statistiche offrono dati approssimativi di movimenti migratori volontari e forzati che coinvolgono circa 950 milioni di persone (di cui 214 di migranti internazionali e 740 milioni di migranti interni).

Secondo le statistiche riportate dal Human Development Report 2009, il 37% delle migrazioni avviene da paesi in via di sviluppo a paesi sviluppati.

Vi è poi il problema umanitario dei rifugiati che tocca oltre 40 milioni di esseri umani e interessa vaste aree del pianeta, soggette a guerre o a conflitti, carestie o altre calamità, o a sistemi politici autoritari.

Nel suo indirizzo di saluto l’Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio organizzatore, ha spiegato che tra gli obiettivi del Congresso vi è quello di agevolare un ampio confronto su una realtà che incide trasversalmente sulla società civile e sulle comunità cristiane, di partenza, di transito e di arrivo.

“Gli odierni movimenti di popoli – ha affermato – rendono necessari ulteriori approfondimenti su temi come l’unità fondamentale del genere umano, la libertà di religione e di culto, la fraternità universale, la destinazione universale dei beni di questo mondo, il diritto alla libertà di movimento, la centralità della persona umana e dei suoi diritti fondamentali da tutelare ovunque, come quello del ricongiungimento familiare e quello dell’educazione che rispetti la cultura originaria dei migranti, e, infine, la responsabilità dei governanti a cercare soluzioni stabili, in campo socio-economico, che non obblighino più i cittadini a emigrare”.

Nel suo discorso Benedetto XVI ha evidenziato che nel contesto attuale dominato dalla crisi economica mondiale e da un crescente divario economico fra paesi poveri e paesi industrializzati, “molti migranti abbandonano il loro paese per sfuggire a condizioni di vita umanamente inaccettabili senza però trovare altrove l’accoglienza che speravano”.

A questo proposito, il Papa ha poi sottolineato che “lo sviluppo autentico riveste sempre un carattere solidale” e che la globalizzazione “può costituire un’occasione propizia per promuovere lo sviluppo integrale, soltanto però se le differenze culturali vengono accolte come occasione di incontro e di dialogo, e se la ripartizione disuguale delle risorse mondiali provoca una nuova coscienza della necessaria solidarietà che deve unire la famiglia umana”.

“Ne consegue che occorre dare risposte adeguate ai grandi cambiamenti sociali in atto – ha affermato –, avendo chiaro che non ci può essere uno sviluppo effettivo se non si favorisce l’incontro tra i popoli, il dialogo tra le culture e il rispetto delle legittime differenze”.

“Le migrazioni invitano a mettere in luce l’unità della famiglia umana, il valore dell’accoglienza, dell’ospitalità e dell’amore per il prossimo”, ha ribadito

“Ecco perché la Chiesa invita i fedeli ad aprire il cuore ai migranti e alle loro famiglie, sapendo che essi non sono solo un ‘problema’, ma costituiscono una ‘risorsa’ da saper valorizzare opportunamente per il cammino dell’umanità e per il suo autentico sviluppo”, ha concluso infine.

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ZENIT Staff

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