ROMA, giovedì, 5 novembre 2009 (ZENIT.org).- Secondo la Caritas, come per altre organizzazioni umanitarie, il meeting delle Nazioni Unite in programma a Copenhagen (Danimarca) a dicembre sui cambiamenti climatici dovrà stabilire un’azione urgente su questo tema perché si possa porre un freno alla fame globale.
Per questo, è stata redatta la dichiarazione “Climate Change, Food Insecurity and Hunger” (“Cambiamenti climatici, insicurezza alimentare e fame”), firmata dalla Caritas, dal programma Alimentare Mondiale (PAM), dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dalla Federazione Internazionale della Croce Rossa, Oxfam, Word Vision e Save the Children.
La dichiarazione afferma che i cambiamenti climatici stanno minando gli sforzi per porre fine alla tragedia di oltre un miliardo di esseri umani che già soffrono la fame. La mancanza di cibo uccide 3,5 milioni di persone ogni anno, soprattutto bambini che vivono in Paesi poveri.
Nei prossimi decenni, il rischio della fame e della malnutrizione potrebbe aumentare come mai prima d’ora. Nelle zone aride e semiaride, i pascoli potrebbero ridursi di una percentuale che oscilla tra il 40 e il 90%, mentre le zone costiere potrebbero essere inondate o rese non idonee all’agricoltura a causa della maggiore salinità per l’aumento del livello del mare. Entro il 2050, la fame potrebbe aumentare tra il 10 e il 20% e la malnutrizione infantile potrebbe quintuplicare, rispetto a uno scenario non interessato dai cambiamenti climatici.
I responsabili dell’ambiente dei Governi si incontreranno in Danimarca dal 7 dicembre per due settimane per raggiungere un nuovo accordo sui cambiamenti climatici. Il vertice, avverte la Caritas, deve essere un primo passo per migliorare la produzione alimentare, aumentare i sistemi di protezione sociale e predisporre misure per evitare i disastri.
In questo contesto, l’organizzazione sottolinea alcuni punti chiave per l’incontro danese, cominciando dal ricordare che i cambiamenti climatici moltiplicheranno le minacce alla sicurezza alimentare.
Raggiungere questa sicurezza, osserva, “richiede da un lato aumenti sostanziali nel campo della produzione alimentare, dall’altro un maggiore accesso a cibo adeguato e nutriente e la capacità di far fronte ai rischi rappresentati dai cambiamenti climatici”.
I Governi, inoltre, “devono essere assistiti nell’aumentare la produzione di cibo e l’accesso ad esso, promuovendo i sistemi di protezione sociale e migliorando la capacità di prepararsi ai disastri e di rispondervi se si verificano”.
Bisogna poi incoraggiare i processi di sviluppo basati sulle comunità per far sì che “i più poveri e i più vulnerabili possano costruirsi vite sostenibili e uscire dalla povertà e dall’insicurezza alimentare croniche”.
La comunità umanitaria, conclude la Caritas, deve essere preparata a “eventi climatici più estremi” e a far fronte alla situazione di insicurezza alimentare rafforzando “sia la prevenzione delle crisi che la risposta a queste”.
Il testo completo della dichiarazione è consultabile su http://www.caritas.org/newsroom/press_releases/PressRelease04_11_09b.html