Il Papa: la cultura cristiana, garanzia di un futuro promettente

Riceve in udienza il nuovo ambasciatore della Bulgaria

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 3 novembre 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha sottolineato la necessità che i vari Paesi che compongono l’Unione Europea mantengano la propria identità.

Lo ha fatto questo sabato ricevendo in Vaticano il nuovo ambasciatore della Bulgaria presso la Santa Sede, Nikola Ivanov Kaludov, che gli ha presentato le sue Lettere credenziali.

“È importante che in questo processo di costruzione europea ogni popolo non sacrifichi la propria identità culturale, ma trovi al contrario i mezzi per farle recare buoni frutti, che arricchiranno l’insieme comunitario”, ha affermato il Papa.

A suo avviso, la cultura cristiana profondamente insita nel popolo bulgaro, come in molte alte popolazioni europee, “non è solo un tesoro del passato da custodire, ma anche il pegno di un futuro veramente promettente in quanto protegge l’uomo dalle tentazioni che minacciano sempre di fargli dimenticare la propria grandezza, come pure l’unità del genere umano e le esigenze di solidarietà che essa comporta”.

Rivolgendosi al diplomatico bulgaro, Benedetto XVI ha indicato che “per la sua situazione geografica e culturale”, è “particolarmente apprezzabile” il fatto che la sua Nazione “non si preoccupi solo del suo destino, ma mostri anche grande attenzione per i Paesi vicini e si adoperi per favorire i loro legami con l’Unione europea”.

La comunità cattolica in Bulgaria, ha aggiunto, desidera lavorare per il bene comune, e questa preoccupazione condivisa “costituisce uno degli elementi che dovrebbero facilitare il dialogo fra le diverse e numerose comunità religiose che compongono il paesaggio culturale della sua antica Nazione”.

“Questo dialogo, per essere sincero e costruttivo, richiede una conoscenza e una stima reciproche che i poteri pubblici possono favorire ampiamente con la considerazione in cui essi stessi tengono le diverse famiglie spirituali”, ha aggiunto.

Il Papa ha quindi sottolineato la necessità di “essere attenti e creare le condizioni di una globalizzazione riuscita”.

“Perché quest’ultima possa essere vissuta positivamente, è necessario in effetti che possa servire ogni uomo e tutti gli uomini”.

Tale principio è rimarcato “con forza” nella recente Enciclica Caritas in Veritate, di cui il Pontefice ha richiamato alcuni temi, come la necessità che “lo sviluppo legittimamente cercato non riguardi il solo ambito economico, ma tenga conto anche della persona umana nella sua totalità”.

“Il valore dell’uomo non consiste in ciò che possiede, ma nello sviluppo del suo essere secondo tutte le potenzialità che la sua natura cela”, ha spiegato.

“Questo principio trova la sua ragione ultima nell’amore creatore di Dio, che rivela pienamente la Parola divina. In tal senso, affinché lo sviluppo dell’uomo e della società possa essere autentico, deve necessariamente implicare una dimensione spirituale”.

Lo sviluppo, ha concluso, “richiede anche da tutti i responsabili pubblici che siano moralmente molto esigenti con se stessi, al fine di potere gestire la parte di autorità che viene affidata loro in modo efficace e disinteressato”.

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ZENIT Staff

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