Anno dell'Astronomia: opportunità di dialogo tra fede e cultura

Monsignor Gianfranco Ravasi parla delle varie iniziative previste

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di Carmen Elena Villa

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 13 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Presentando questo martedì mattina l’esposizione Astrum 2009, che si svolgerà dal 16 ottobre nei Musei Vaticani in occasione dell’Anno Internazionale dell’Astronomia, erano quasi inevitabili le domande sulla falsa opposizione tra fede e scienza, soprattutto nel caso di Galileo Galilei.

Di fronte al tema relativo a come considerare il giudizio della Chiesa su Galileo, il presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, monsignor Gianfranco Ravasi, ha risposto a vari giornalisti.

Monsignor Ravasi ha affermato in primo luogo che “ritornare certamente a considerare il tribunale della storia come una componente di dialogo fra la scienza e la fede è giusto”, e che per questo è importante “riconoscere gli errori dell’uno e dell’altro”, ma allo stesso tempo non sempre “si deve tenere aperto questo tribunale”, piuttosto “si deve guardare al futuro”.

Il presule ha espresso la sua soddisfazione per i frutti che hanno dato alcuni eventi durante l’Anno Internazionale dell’Astronomia, come il congresso “Il Caso Galileo: una rilettura storica, filosofica e teologica”, svoltosi a Firenze dal 26 al 30 maggio scorsi, in cui è stato istituito un dialogo tra scienziati e storici credenti e agnostici.

E Darwin?

Approfittando del tema della fede e della scienza, uno dei giornalisti ha chiesto se la Chiesa ha tenuto conto della celebrazione dei 200 anni della nascita di Charles Darwin, che ha scoperto la teoria dell’evoluzione delle specie.

Monsignor Ravasi ha ricordato il congresso svoltosi dal 2 al 7 marzo presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, intitolato “L’evoluzione biologica, fatti e teorie”, al quale sono intervenuti “laureati in Teologia e filosofi”.

Il presidente del dicastero vaticano ha affermato che questo incontro “ha mostrato chiaramente che su questo tema è possibile un dialogo molto fecondo” e ha ricordato che gli esperti sui temi evolutivi “erano molto credenti”.

Contrariamente a Galileo, ha osservato, Darwin non è stato giudicato dalla Chiesa “perché probabilmente era un autore protestante”.

Monsignor Ravasi ha quindi ricordato che l’Enciclica Umani Generis di Pio XII, pubblicata nel 1950 su alcune false opinioni contro la dottrina cattolica e “considerata come una sorta di linea di rapporto tra fede e scienza”, “ha un paragrafo che ti chiede la disponibilità di considerazione nel campo scientifico”.

Il presule ha ribadito che il problema sorge quando “l’evoluzionismo vuole interpretare tutti i fenomeni” o quando si usa la “dottrina fondamentale come sistema scientifico. Quando si fanno questi deviazioni dal percorso corretto arriva il problema”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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