Gli abitanti del luogo hanno affermato di aver visto Sukaka prima che venisse assassinato mentre veniva prelevato da due uomini che indossavano le uniformi dell’Esercito congolese.
Lesley-Anne Knight, Segretario Generale di Caritas Internationalis, ha dichiarato: “Ricky Sukaka ha lavorato coraggiosamente in una zona di guerra per aiutare altri a ricostruire la propria vita. La brutalità e gli omicidi in Congo devono cessare. La Caritas chiede a tutti i gruppi coinvolti di sedersi al tavolo dei negoziati e di lavorare per una pace duratura”.
Gli scontri violenti tra l’Esercito e i ribelli hanno provocato quasi un milione di sfollati nel Nord e nel Sud Kivu. I gruppi armati commettono spesso omicidi, sequestri, saccheggi e violenze contro una popolazione in gran parte indifesa.
Chi abbandona le proprie case temendo per la vita finisce spesso in campi in cui deve dipendere dagli aiuti esterni per far fronte alle necessità fondamentali come cibo, acqua e vestiario.
Le organizzazioni membro della Caritas in Francia e in Congo hanno contattato l’Esercito, le forze ONU in Congo e l’ufficio per le questioni umanitarie dell’ONU per la morte di Sukaka.
Caritas Francia sostiene che seguirà da vicino le indagini sull’omicidio per assicurare che gli autori siano assicurati alla giustizia.
Sia la comunità umanitaria che la popolazione congolese, afferma, stanno pagando il caro prezzo della crescente attività dei gruppi ribelli e dell’Esercito nella regione.
Ricky Agusa Sukaka lavorava come ingegnere agrario con Caritas Francia da un anno.