Nuovo Superiore degli Scolopi: occorre rafforzare religiosi e laici

Lo spagnolo padre Pedro Aguado

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di Patricia Navas

HUESCA, martedì, 21 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il nuovo Padre Generale degli Scolopi, padre Pedro Aguado, sostiene che “bisogna lavorare molto per la rivitalizzazione dell’Ordine in tutte le sue dimensioni”.

In questa intervista concessa a ZENIT, esprime la necessità di “avanzare in temi come il laicato scolopio o la pastorale vocazionale e crescere nel senso di missione e nella qualità della pratica del nostro ministero”.

A 500 anni dalla fondazione dell’Ordine, affronta il suo futuro “con un misto di speranza e preoccupazione”.

Padre Aguado è stato eletto il 4 luglio a Peralta de la Sal (Huesca, Spagna) nuovo Padre Generale dell’Ordine delle Scuole Pie (Scolopi) per i prossimi sei anni.

Finora superiore della provincia che comprende Paesi Baschi, Navarra e Andalusia, in Spagna, e Bolivia, Venezuela, Brasile e Cile, sostituisce nell’incarico padre Jesús Lecea.

P. Aguado è nato 52 anni fa a Bilbao, dove ha frequentato il collegio Calasanzio. Ha studiato Magistero, Teologia e poi Pedagogia. E’ stato ordinato sacerdote a Pamplona nel 1982.

Dal 1988 ha svolto vari incarichi nell’Ordine, dedicando molti anni al lavoro nella pastorale giovanile e nella formazione di agenti di pastorale.

L’Ordine ha eletto anche quattro assistenti che aiuteranno il Padre Generale, i sacerdoti Mateusz Indelski, Miguel Giráldez, Fernando Hernández e Pierre Diatta.

Le elezioni hanno avuto luogo durante il 46° Capitolo Generale dell’Ordine, che si sta celebrando a Peralta de la Sal dal 1° al 26 luglio.

“Scommessa sull’insegnamento” è il motto dell’edizione del 46° Capitolo, che riunisce 75 padri capitolari dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, nome ufficiale degli Scolopi.

Il motto vuole riflettere sul posto centrale che occupa nell’Ordine il carisma educativo, “vissuto come un servizio primario alla persona e alla società, per far fronte alle necessità attuali”.

Il Capitolo di quest’anno si celebra nel 40° anniversario del “Capitolo Generale Speciale”, svoltosi a Roma negli anni 1967-1969 per adottare la dottrina e gli orientamenti del Concilio Vaticano II nella vita e nelle missioni dell’Istituto.

I capitolari stanno affrontando vari temi, tra cui il profilo della scuola degli Scolopi, la ristrutturazione dell’Ordine, la pastorale vocazionale e lo sviluppo del rapporto con il laicato.

La celebrazione del Capitolo nella casa natale del fondatore dell’Ordine, San Giovanni Calasanzio (1557-1648), in cui viene conservato il fonte battesimale del Santo, dà “un segno battesimale” che riafferma la vocazione dei presenti.

Attualmente l’Ordine, fondato per l’educazione dei bambini e dei giovani, soprattutto dei più poveri, ha circa 1.500 membri, presenti in 34 Paesi di Europa, America, Asia e Africa.

Come si sta svolgendo il Capitolo?

P. Pedro Aguado: Siamo 75 capitolari e lavoriamo con molto entusiasmo e partecipazione. Il nostro Ordine celebra il Capitolo Generale ogni sei anni, ed è una grande opportunità per approfondire la nostra realtà e concordare linee di condotta nelle aree fondamentali della nostra vita e missione.

Si nota un grande ambiente di fraternità e di ricerca di accordo, e un desiderio di rafforzare l’Ordine nella sua vita interna e nella sua capacità di missione.

Quali temi del Capitolo sottolineerebbe?

P. Pedro Aguado: Come tema centrale stiamo lavorando al “nostro ministero scolopio”, ma ce ne sono anche altri molto importanti, come il progetto di formazione, la ristrutturazione dell’Ordine o la pastorale vocazionale.

Come ha accolto la sua nomina a Superiore Generale?

P. Pedro Aguado: Sinceramente con pace e coraggio, con fiducia in Dio e nei fratelli e come un’esperienza di fede.

Nelle mie prime parole dopo l’elezione, ho ricordato la lettera di Paolo a Timoteo, in cui proclama: “So infatti a chi ho creduto e son convinto che egli è capace di conservare il mio deposito fino a quel giorno”.

Per esperienza so che è così, e confido pienamente che continuerà ad esserlo.

Quali temi prevede di sviluppare come Preposito generale?

P. Pedro Aguado: Il mio compito fondamentale deve definirlo il Capitolo nelle linee di azione che approveremo.

E’ chiaro, però, che bisogna lavorare molto per una rivitalizzazione dell’Ordine in tutte le sue dimensioni, per avanzare in temi come il laicato scolopio o la pastorale vocazionale e crescere nel senso di missione e nella qualità della pratica del nostro ministero.

Vorrei essere molto vicino alle persone, alle province e ai progetti che promuoviamo, e per questo sarà necessario uno sforzo per conoscere la realtà e poter avere così più mezzi di discernimento per prendere decisioni.

I primi passi saranno quindi un misto di conoscenza della realtà e di impulso delle opzioni fondamentali che ci proporrà il Capitolo.

Come vede l’Ordine degli Scolopi a 500 anni dalla sua fondazione?

P. Pedro Aguado: Sinceramente con un misto di speranza e preoccupazione. Credo che sia un binomio sano.

Sono fiducioso perché ci sono molti valori, opportunità, persone straordinarie che si impegnano a fondo come Scolopi, e anche molte persone che, partendo da una vocazione laicale, condividono il nostro carisma e la nostra missione, e nuove sfide alle quali rispondere.

C’è anche preoccupazione perché le risorse non sono molte. Ci sono molte necessità a cui far fronte, la cura delle persone richiede molta attenzione e molto tempo, e a volte non riusciamo a fare tutto.

Credo che sia un bene che le persone che sono alla guida delle istituzioni vivano il servizio con una speranza ragionevole e una preoccupazione che aiuta a discernere. E ovviamente con fede e fiducia in Dio.

Quali aspetti del carisma del suo fondatore crede che abbiano arricchito maggiormente la Chiesa e il mondo?

P. Pedro Aguado: Il carisma di Calasanzio è stato senz’altro decisivo nella storia della Chiesa. E’ stato il primo ad assumere come esperienza carismatica l’educazione evangelizzatrice dei bambini e dei giovani, soprattutto dei più poveri.

Non è stato facile, ma ci è riuscito con il suo coraggio e la sua costante pazienza.

Ciascuno dei carismi sottolinea un piccolo tratto dell’insieme della proposta cristiana; il nostro annuncia che se siamo capaci di educare cristianamente i bambini e i giovani possiamo sperare in una vita trasformata e trasformatrice.

Questo è il nostro apporto alla Chiesa e al mondo, e ci sentiamo profondamente impegnati in questa missione.

Quali sfide vi ponete attualmente come Ordine?

P. Pedro Aguado: Sono molte e varie, come ho detto, ma se dovessi sintetizzarle direi che sono tre.

La prima è vivere la nostra vita e incarnare la nostra missione in un rinnovato vigore evangelico, tenendo chiaramente conto del fatto che la nostra vita deve essere un segno credibile del Vangelo. Tutto ciò che facciamo per essere più fedeli al Vangelo ci aiuterà a dare migliori risposte di missione.

La seconda sfida è dotare di nuovo dinamismo tutte le nostre presenze e opere e crearne di nuove, in una dinamica di crescita.

Per questo dovremo rafforzare molto il “corpo delle Scuole Pie”, pensando sia ai religiosi che ai laici che condividono il nostro carisma e le nostre opzioni, e potenziare chiaramente il nostro “senso di missione”, ponendo il nostro ministero al centro della nostra vita.

Sottolinerei infine che l’Ordine deve affrontare riforme strutturali che permettano di rafforzare la nostra vita e missione.

Il nostro Capitolo sta lavorando a tutto ciò, e spero che si possano offrire proposte chiare e significative all’insieme delle Scuole Pie.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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