Il Papa: le religioni non minano l'unità del Vietnam

Nell’udienza ai presuli di questo Paese in visita “ad limina”

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 28 giugno 2009 (ZENIT.org).- Le diverse religioni non sono un pericolo per l’unità del Vietnam: è quanto ha detto Benedetto XVI nel ricevere sabato i Vescovi di questo paese al termine della loro visita quinquennale “ad limina Apostolorum”.

Nel suo discorso in lingua francese, il Papa ha incoraggiato i Vescovi a infittire il dialogo con gli esponenti delle altre religioni e a rendere chiaro che “la Chiesa contribuisce allo sviluppo umano e spirituale delle persone, ma anche allo sviluppo del Paese”.

Il Vietnam ha una popolazione di oltre 85 milioni di abitanti, che dal punto di vista religioso e spirituale si dividono in quattro grandi filosofie e religioni: il buddismo, il confucianesimo,il taoismo e il cristianesimo.

Nel corso dei secoli, confucianesimo, taoismo e buddismo si sono fusi con le credenze popolari cinesi e l’antico animismo vietnamita, dando vita a quella che viene definita “Tam Giao” (triplice religione).

Quanto ai cristiani, oltre ai cattolici che costituiscono il 7% della popolazione vi è anche una piccolissima comunità protestante, nata in parte dalla colonizzazione francese e in parte dalla presenza americana durante gli anni gli anni della Guerra del Vietnam.

Nel rivolgersi ai presuli, il Papa ha quindi sottolineato la necessità di “una sana collaborazione tra la Chiesa e la comunità politica” e come la Chiesa inviti tutti i suoi membri “ad impegnarsi fedelmente per costruire una società giusta, solidale ed equa”.

“Essa non intende sostituirsi al governo – ha detto Benedetto XVI –, ma ricerca unicamente – in spirito di dialogo e di cooperazione rispettosa – di prendere parte alla vita della nazione, a servizio di tutto il popolo”.

“Inoltre – ha proseguito – , mi sembra importante sottolineare che le religioni non rappresentano un pericolo per l’unità della nazione, in quanto esse mirano ad aiutare il singolo a santificare sé stesso e, attraverso le loro istituzioni, desiderano porsi in modo generoso e disinteressato al servizio al prossimo”.

Per questo, il Papa ha indicato ai Vescovi di porre “particolare attenzione ai fedeli laici”, specie ai giovani e alle famiglie: “è auspicabile che ogni famiglia cattolica insegni ai bambini a vivere in conformità con una retta coscienza, nella lealtà e nella verità, diventando una fonte di valori e virtù umane, una scuola di fede e di amore per Dio”.

“Quanto a loro, i laici cattolici dovranno dimostrare, mediante la loro vita basata sulla carità, l’onestà, l’amore per il bene comune, che un buon cattolico è un buon cittadino”, ha quindi concluso.

Precedentemente, nel suo indirizzo di saluto al Santo Pasdre, il Presidente della Conferenza Episcopale Vietnamita, monsignor Pierre Nguyên Van Nhon, aveva espresso l’auspicio che il Papa possa un giorno visitare le tre province ecclesiastiche in cui si articola il paese.

In seguito, il Vescovo ha ricordato che la Chiesa in Vietnam celebrerà un anno giubilare speciale dal 24 novembre 2009, solennità dei martiri del Paese, fino al giorno dell’Epifania del 2011.

A questo proposito, il presule ha sottolineato che “a commemorazione dei “nostri martiri ci invita a vivere più profondamente il dono della fede e a prolungare la loro testimonianza evangelica nel cuore del mondo, in seno a una società piena, allo stesso tempo, di promesse e di sfide”.

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ZENIT Staff

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