di Antonio Gaspari
ROMA, martedì, 31 marzo 2009 (ZENIT.org).- Grazie ad una colletta straordinaria che si svolgerà il 31 maggio, domenica di Pentecoste, la Chiesa italiana conta di raccogliere un fondo speciale di trenta milioni di Euro da destinare alle famiglie monoreddito maggiormente colpite dalla crisi finanziaria.
Grazie ad un accordo di favore con l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) gli istituti di credito metteranno a disposizione fino a 300 milioni di Euro.
Lo ha annunciato martedì 31 marzo a Roma, monsignor Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), nel corso della conferenza stampa per presentare i risultati del Consiglio Episcopale Permanente svoltosi nella capitale dal 23 al 26 marzo.
Il Segretario della CEI ha precisato che potranno accedere al sussidio di 500 euro al mese per pagare l’affitto o il mutuo tutte le famiglie regolarmente sposate, anche civilmente, con tre figli o malati o disabili a carico che abbiano perso ogni fonte di reddito.
Le famiglie bisognose si dovranno rivolgere al parroco, dopodichè saranno indirizzate alla Caritas diocesana, agli uffici delle Acli, oppure agli istituto di credito. L’ABI ha assicurato che il sostegno mensile verrà erogato entro 10-20 giorni e durerà almeno un anno. La CEI non creerà nessuna nuova struttura per gestire questa operazione di aiuto e assistenza alle famiglie bisognose.
Se entro il primo anno le famiglie coinvolte non riusciranno a trovare una fonte di reddito seria e durevole, non si esclude l’erogazione per un altro anno.
Il fondo e l’intera operazione riguarda le famiglie che perdono la fonte di reddito. Per le persone sotto la soglia della povertà la Chiesa agisce già con altre strutture caritatevoli.
Il Segretario della CEI ha precisato che non si tratta di un aiuto a fondo perduto o di mera assistenza. L’obiettivo è aiutare le famiglie a passare il periodo di crisi e rimetterle in corsa per tornare a avere un reddito. Per questo motivo i fondi saranno erogati dalle banche sotto forma di un prestito garantito dal Fondo della CEI.
A partire dal raggiungimento di un nuovo reddito da lavoro e con un interesse minimo concordato dalla CEI con l’ABI, i prestiti saranno rimborsabili in cinque anni. Il Fondo della CEI servirà come garanzia e a coprire eventuali insolvenze, mentre la quota rimanente sarà distribuita nelle Caritas diocesane.
Il Segretario della CEI ha spiegato che “l’ispirazione di fondo è il modello Paolino della colletta, chiedendo ai fedeli di partecipare in spirito di solidarietà fraterna”.
Secondo i calcoli fatti dalla CEI, in questo modo sarà possibile aiutare dalle 20 alle 30 mila famiglie.
Alla domanda fatta da ZENIT in merito alle polemiche sollevate dalle dichiarazioni del Pontefice Benedetto XVI sull’utilizzo o meno del profilattico per contrastare l’AIDS, monsignor Crociata ha risposto che il Papa “ha mostrato di essere interessato alla persona, alle cause che generano i problemi e a ciò che permette veramente di superarli”.
“A problemi di ordine etico, culturale, sociale e spirituale non si risponde con espedienti tecnici – ha continuato il Segretario della CEI – perchè gli strumenti tecnici sono un aiuto ma, al di là di tutti gli strumenti, che la tecnologia, la scienza, il progresso mettono a disposizione, bisogna guardare all’uomo e a ciò che permette agli uomini di vivere una vita piena e autentica”.
Monsignor Crociata ha voluto sottolineare di aver osservato con “rammarico” il comportamento dei media occidentali, i quali hanno sollevato polemiche sui profilattici, “oscurando i grandi temi sociali ed etici della visita del Papa”.
Il presule si è chiesto il perchè di questo atteggiamento ed ha affermato: “E’ facile mettere l’accento sulla corruzione dei paesi africani, ma il Papa ha mostrato che anche i paesi occidentali non assumono le iniziative giuste per superare la condizione di sottosviluppo”.
Per quanto riguarda il dibattito in Parlamento relativo ad una legge sul fine vita, monsignor Crociata ha ribadito, citando il Cardinale Bagnasco, che “c’è l’esigenza di attrezzarsi sempre più e sempre meglio per aiutare i malati ad essere accompagnati, sostenuti nella loro condizione soprattutto terminale, nella fase più drammatica, conclusiva della loro vita”.
Il Segretario della CEI ha ribadito la posizione della Chiesa,“né accanimento, né abbandono”, ed ha sottolineato la necessità di strutture che rispondano alle “sempre più complesse esigenze dei malati ad essere accompagnati, anche con le cure palliative”.