MADRID, lunedì, 30 marzo 2009 (ZENIT.org).- Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato alle Marce a favore della vita convocate dalla piattaforma “Diritto di Vivere” in oltre 80 città spagnole contemporaneamente per protestare contro la legge sull’aborto attualmente allo studio del Governo.
Durante le manifestazioni, sul tema “Non esiste il diritto di uccidere, esiste il diritto di vivere”, svoltesi nella settimana in cui in molti luoghi del mondo si celebrava la Giornata per la Vita (25 marzo), è stato presentato un manifesto in cui si rifiuta la riforma della legge del 1985, che presupporrebbe la trasformazione dell’aborto da crimine depenalizzato in “diritto riproduttivo”.
La convocazione ha avuto eco fuori dalla Spagna, visto che si è celebrata anche in alcune città dell’America Latina: San Paolo (Brasile), Lima (Perù) e Buenos Aires (Argentina). Secondo l’Istituto di Politica Familiare, la marcia ha contato sul sostegno di circa 700 associazioni dei cinque continenti.
Tra i sostegni, figura quello della Federazione AIC, che riunisce 53 associazioni di Africa, America Latina, Asia, Europa e Stati Uniti; di Red Familia, che rappresenta oltre 500 associazioni in tutta l’America Latina; delle nordamericane C-FAM, United Familias Internacional, Internacional Organization Research Group, Alliance Defence Fund, Concerned Women of America e International Organization Law Group.
In Europa hanno dato il proprio supporto, tra le altre, l’Associazione Ungherese di Famiglie Numerose, Gift of Life di Malta, la Confederazione Portoghese delle Famiglie, la britannica Society for the Protection of the Unborn Children, la Sezione Tedesca delle Famiglie e il Forum Zivota (Forum per la Vita) con 30 ONG nella Repubblica Slovacca.
La manifestazione più importante ha avuto luogo a Madrid. Secondo gli organizzatori, vi hanno partecipato 500.000 persone, accanto alla Camera dei Deputati. Lì la portavoce e medico pediatra Gádor Joya ha letto il manifesto della convocazione, in cui si chiede al Governo di “difendere il diritto di vivere e di essere madre”.
Sulla Piazza del Nettuno, gruppi di adolescenti hanno organizzato girotondi sulle note di “Volare” cantando “Grazie mamma che mi hai lasciato vivere!” fra cartelli con scritte come “Sì alla donna, no all’aborto”, “Adozione sì, aborto no”, o più aggressive come “No all’Olocausto silenzioso” o “Aborto è squartare un bambino”.
Enrique Jaureguízar, presidente di Médicos por la Vida, ha affermato: “Sono medico e mi rifiuto di collaborare con questa cultura della morte che si sta insediando”, riporta HazteOir.org, il portale di una delle entità che hanno organizzato l’evento “Vogliono limitare il diritto dei medici all’obiezione di coscienza. Pongono il medico in una situazione delicata: seguo il codice deontologico e i miei principi o effettuo aborti per non andare in prigione?”.
Joaquín Manuel Montero, del Partito Socialista Spagnolo (PSOE), ha dichiarato dal canto suo che “non si può essere socialisti ed essere contro la vita. E’ una contraddizione inammissibile”, mentre Esperanza Puente, di RedMadre, ha confessato di aver effettuato un aborto dopo il quale “l’unica cosa che ho trovato è stata la solitudine. E questa è la situazione di tutte le donne che abortiscono”.
Il manifesto esprime il suo rifiuto per “una nuova legge sull’aborto che porterà solo più morte e più sofferenza per migliaia di donne”, soprattutto nel caso delle minori di 16 anni, alle quali la nuova legge permetterà di abortire senza il consenso dei genitori.
Di fronte a questo, chiede che le leggi “difendano il diritto di vivere e di essere madre, proteggendo la vita in ogni momento e circostanza e aiutando le donne in gravidanza”.
Allo stesso modo, si chiede anche che si rispetti “il diritto all’obiezione di coscienza del personale sanitario”, così come lo snellimento dell’iter delle adozioni.
Nei discorsi di chiusura, i portavoce dei principali movimenti organizzatori hanno invitato il premier Zapatero a ritirare il progetto di depenalizzazione, avvertendo che la manifestazione è stata “solo l’inizio” di una mobilitazione di massa contro la nuova legge.
Gli aborti praticati in Spagna sono in costante aumento: secondo dati del Ministero della Sanità, le interruzioni di gravidanza volontarie nel 2007 sono cresciute del 10%, passando da 101.592 nel 2006 a 112.138. Sempre più spesso, ad abortire sono le più giovani (15.000 aborti fra le minori di 19 anni e 500 fra le minori di 15). Nel 97% dei casi viene invocata come ragione la salute della madre.
Ultimamente, i Vescovi spagnoli hanno intrapreso una forte campagna antiabortista con una pubblicità che sostiene che animali a rischio di estinzione come le linci sarebbero più protetti dei bambini (cfr. ZENIT, 17 marzo 2009).