Antropologia cristiana contro nichilismo e derive tecno-scientiste

Il Cardinale Camillo Ruini spiega i fondamenti dell’educazione cristiana

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di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 27 marzo 2009 (ZENIT.org) – Nella prolusione al IX Forum del Progetto culturale, in corso a Roma, sul tema “L’emergenza educativa. Persona, intelligenza, libertà, amore”, il Cardinale Camillo Ruini ha spiegato che nichilismo e riduzionismo tecnocratico possono essere superati solo con l’antropologia cristiana.

Venerdì 27 marzo, presso il Centro Villa Aurelia, il Presidente del Comitato per il Progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha osservato che pur non indulgendo “ad un globale e unilaterale pessimismo” è evidente “la gravità e acutezza” della crisi del progetto educativo.

Il porporato ha ripreso un intervista del prof. Salvatore Natoli in cui si sostiene che “la situazione di questi ultimi anni corrisponde in qualche misura a quel tipo di soggettività e di rivoluzione che propugnava de Sade, basata sul trionfo delle pulsioni individuali piuttosto che su un ideale di regolamentazione razionale”, al punto tale che “molti praticano normalmente la perversione, perché ritengono di avere il diritto su tutto”.

Secondo il Cardinale Ruini, ha ragione il Pontefice Benedetto XVI quando riconduce l’emergenza educativa “al relativismo che permea la nostra cultura e vita sociale”, ed essendo stretta la parentela tra nichlismo e relativismo “è quindi il nichilismo la decisiva causa culturale del malessere diffuso tra la gioventù”.

Per il Presidente del Progetto culturale la causa prima dell’emergenza educativa va ricercata nella “mutazione del concetto di uomo”.

Per molti infatti il soggetto umano non sarebbe altro che un risultato della mera evoluzione; mentre un’interpretazione delle neuroscienze ridurrebbe l’umanità a funzioni dell’organo cerebrale e le scienze empiriche considererebbero l’uomo solo come un ‘oggetto’ materiale.

“Tutte queste interpretazioni – ha spiegato il porporato – finiscono con il negare che l’uomo sia anzitutto e irriducibilmente ‘soggetto’ il quale, proprio nella sua intrinseca e ineliminabile soggettività, non può mai essere totalmente oggettivato e conosciuto in maniera adeguata attraverso le scienze empiriche”.

“E soprattutto – ha aggiunto – rimettono in discussione l’idea ebraico-cristiana dell’uomo come immagine di Dio”.

Nel descrivere il dibattito in corso, il Cardinale Ruini ha fatto riferimento alle parole pronunciate da Benedetto XVI a Verona secondo cui il “rischio per le sorti della famiglia umana… è costituito dallo squilibrio tra la crescita tanto rapida del nostro potere tecnico e la crescita ben più faticosa delle nostre risorse morali”.

Per superare questo rischio, il Presidente del Progetto culturale ha proposto “l’educazione della persona” collegandola “ai fondamentali parametri antropologici”, ed in particolare promuovendo “il ruolo che può esercitare il cristianesimo in rapporto al bene umano”.

A questo proposito il Cardinale Ruini ha citato Karl Löwith, il quale, nel libro Da Hegel a Nietzsche. La frattura rivoluzionaria nel pensiero del secolo XIX,  ha scritto che “chiunque abbia un volto umano possiede come tale la ‘dignità’ e il ‘destino’ di essere uomo”, con il quale non s’intende il “mondo della semplice umanità” bensì il  “mondo del cristianesimo, in cui l’uomo ha ritrovato attraverso l’uomo-Dio, Cristo, la sua posizione di fronte a sé e al prossimo”.

“In concreto – ha sottolineato il porporato -, né la riduzione dell’uomo alla natura né un totale relativismo né una prospettiva nichilistica possono affermarsi pienamente e diventare egemoni finché la fede cristiana è viva e riesce a generare cultura”.

“Non si tratta però soltanto di contrastare derive pericolose – ha concluso il Cardinale Ruini – ma ancor più di contribuire positivamente all’educazione delle nuove generazioni e più in generale agli sviluppi della storia, rimanendo aperti e desiderosi verso tutte le possibili collaborazioni e sinergie e tenendo come unico criterio di discernimento quel fine dell’educazione e del divenire storico che è l’uomo stesso”.

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ZENIT Staff

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