ROMA, giovedì, 26 marzo 2009 (ZENIT.org).- La Federvita Liguria ha denunciato una grave violazione della legge 194 che dovrebbe regolare l’interruzione volontaria di gravidanza.
Secondo Eraldo Ciangherotti, Presidente della Federvita Liguria e del Centro Aiuto Vita-ingauno, al dipartimento materno-infantile Unità operativa Ass. Consultoriale di Alberga, è stato rilasciato il certificato di aborto ad una ragazza senza neanche verificare se questa fosse incinta o no.
“Non volevamo crederci – ha dichiarato il Presidente della Federvita ligure – ma dopo gli oltre dieci casi di donne che, in tre anni, si sono presentati al Centro Aiuto alla Vita-ingauno, chiedendo sostegno alla maternità e denunciando di aver ottenuto il certificato di aborto, senza né una visita ginecologica nè un esame ematochimico che ne accertasse la gravidanza, abbiamo voluto verificare”.
Ad una donna (complice di Ciangherotti) che si è presentata quindici giorni fa al Consultorio familiare Asl di Albenga, è stato rilasciato un certificato, che costituisce per la donna “titolo per il ricovero urgente e non dilazionabile”, timbrato “Consultorio Familiare”, che attesta quanto segue: “accertato lo stato di gravidanza ed espletate le procedure previste dal 2° comma, art. 5 della legge 194/78, riscontrata l’esistenza delle condizioni di cui al 3° comma dello stesso articolo, dichiara urgente l’intervento per cui la richiedente può presentarsi immediatamente in una delle sedi autorizzate” per effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza (I.V.G.).
Tuttavia la donna in questione non è neanche incinta come dimostrano i referti degli esami delle urine in suo possesso.
E’ stato sufficiente che dicesse di essere alla 10a settimana di gestazione e di essere in condizioni economiche disagiate, per ottenere un certificato attestante l'urgenza dell’aborto, quando il medico del Consultorio familiare pubblico non ha neppure verificato l'esistenza della gravidanza e neppure ha riscontrato le condizioni tali da rendere urgente l'intervento di I.V.G.
Per questo motivo Eraldo Ciangherotti ha denunciato la mancata applicazione della legge 194/78 e il falso in atto pubblico commessi al Consultorio Familiare ASL di Albenga, Dipartimento materno-infantile, nell’ autorizzare una I.V.G. su gravidanza inesistente e on accertata.
Intervistato da ZENIT, Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, ha detto che “purtroppo in molti consultori ci si comporta in questo modo”.
Il presidente del MpV ha ricordato il caso fiorentino di una giornalista del quotidiano La Nazione, che già sul lettino per eseguire l’aborto rivelò di non essere incinta, e dichiarò il suo stupore nel verificare che “nessuno gli aveva domandato perchè voleva abortire”.
Dai racconti che ha ascoltato dagli assistenti dei Centri di aiuto alla Vita risulta che purtroppo le donne in difficoltà che arrivano al consultorio vengono trattate in modo superficiale e sbrigativamente indirizzate verso l’aborto.
Mentre i Centri di aiuto alla Vita e i volontari del Movimento per la vita raccontano che riescono a salvare i bambini e le bambine concepite, ogni volta che riescono a parlare con le mamme.
Casini ha raccontato di essere stato a Bra, una cittadina in Piemonte, dove il consultorio manda le mamme al locale Centro di Aiuto alla Vita. In questo modo sono stati salvati 150 bambini.
“Urge quindi la riforma dei consultori secondo quanto già indicato nell’articolo 2 della legge 194”, ha concluso il Presidente del MpV.