Sui lefbvriani, sostegno della società civile al Pontefice

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di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 19 marzo 2009 (ZENIT.org).- Non si placa il clamore suscitato dalla recente lettera di Benedetto XVI in merito alla remissione della scomunica per i Vescovi “lefebrviani”. Commenti e manifestazioni di solidarietà con il Pontefice si rinnovano ogni giorno.

Don Julian Carron, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha scritto su “Il Sussidiario.net” (15 marzo 2009) che il Pontefice ha compiuto un gesto di misericordia nei confronti di coloro che lo criticano, inclusi i cattolici.

Una misericordia che scandalizza, perchè “La misericordia, gesto inequivocabile del divino, continua a scandalizzare come il primo giorno” e “peccato che questo succeda anche tra chi appartiene al popolo dei redenti, vale a dire, tra chi per primo è stato oggetto di una sconfinata misericordia”.

Secondo il leader di Comunione e Liberazione, “quella del Papa è una risposta alla ‘priorità che sta al di sopra di tutte, rendere Dio presente in questo mondo’, un Dio incarnato il cui nome è ‘misericordia’, che si manifesta attraverso l’unità dei credenti”.

“Niente più di una lettera così – ha concluso don Carron – mi fa sentire orgoglioso della mia appartenenza ecclesiale, pieno di fiducia che il giorno in cui io dovessi sbagliare sarei trattato con altrettanta misericordia”.

Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio internazionale “Cardinale Van Thuân”, ha scritto su “L’Occidentale” (15 marzo 2009) che la lettera del Papa precisa che “se sbagliano i lefebvriani a non accettare il magistero dei pontefici successivi al 1962, sbagliano anche quanti pensano che il Vaticano II sia stato un nuovo inizio, dato che invece ‘porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa’”.

Secondo il direttore dell’Osservatorio Van Thuân, Benedetto XVI ha tracciato la linea secondo cui “il cristianesimo deve tornare ad essere una forza che anima la storia, presente nell’ambito pubblico e, soprattutto, consapevole di essere la religione vera”.

Per questo il Pontefice nella lettera rende noto di sapere bene quale sia la priorità del Successore di Pietro: “rendere Dio presente in questo mondo”. Ed è questo, per Fontana, la causa scatenante delle critiche rivolte al Papa.

La forza del Papa, sostiene il direttore dell’Osservatorio, sta soprattutto nella “rivendicazione della vera forza del cristiano, la carità. Il papa della Verità è anche il papa della Carità”.

Intensa anche la mobilitazione della società civile a sostegno del Pontefice.

Un gruppo di medici, avvocati, docenti universitari, ingegneri, ufficiali, ha inviato una lettera al Pontefice Benedetto XVI in cui è scritto: “Desideriamo fare giungere al Santo Padre il nostro ringraziamento più profondo per il dono che ci fa attraverso il Suo Magistero, la riflessione teologica e filosofica, l’incoraggiamento e l’esortazione a rimanere saldi nella verità; attraverso questi doni la nostra vita umana e professionale riceve costante linfa, luce e calore”.

La lettera di questi uomini e donne dediti alla ricerca scientifica, alla cultura e alle professioni, si conclude affermando: “Sappiamo che lo Spirito Santo è con il Santo Padre, che i lupi non vinceranno, non riusciranno a trasformare il bene in male, la menzogna in verità, il delitto in diritto, l’ignoranza in sapienza, la libertà in arbitrio. Il cuore del Papa potrà trarre sollievo dalla certezza che milioni di uomini e donne veglieranno con Lui. Per quanto indegni per un tale compito, noi saremo tra questi”.

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ZENIT Staff

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