Con le europee si prepara l’offensiva contro la vita e la famiglia

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di Giorgio Salina*

BRUXELLES, giovedì, 19 marzo 2009 (ZENIT.org).- Da oltre vent’anni, per iniziativa del Principe Dr. Otto von Habsburg, allora Eurodeputato, ogni settimana in cui il Parlamento europeo è in seduta plenaria a Strasburgo, il mercoledì mattina si celebra una Messa.

Lo scorso anno la on. Véronique De Keyser, belga, membro del Gruppo socialista, ha ritenuto di riequilibrare la situazione, chiedendo la disponibilità di un’altra sala per “celebrare” in contemporanea una « petit déjeuner de la libre pensée ». La prima in programma aveva questo tema: la parità dei sessi prevale sulla libertà religiosa.

Poiché i miei amici, Deputati e non, ed io non abbiamo partecipato a questa petit déjeuner, ancora oggi non sappiamo perché mai la parità dei sessi debba prevalere sulla libertà religiosa. Pazienza, non si può avere tutto nella vita.

Questo è uno dei tanti episodi ai quali si faceva cenno giovedì scorso in questa stessa rubrica; certo non sempre si concretizzano con questa povertà culturale, ma sono comunque indice di una situazione diffusamente presente nel Parlamento europeo.

Per rispettare anche in questa sede la parità dei generi, possiamo citare l’iniziativa dell’on. Miguel Angel Martínez Martínez, spagnolo, membro del Gruppo socialista, che ha organizzato un seminario su “ragione e politica” in collaborazione con Catholics for free choice (Cattolici per la libera scelta), un’organizzazione originaria degli USA, più volte duramente sconfessata dalla Conferenza Episcopale nord-americana, che continua impunemente a definirsi cattolica.

Non so quanti siano gli aderenti, probabilmente non molti, ma certamente con finanziamenti assai cospiqui; circa un anno fa hanno organizzato un viaggio per una quindicina di Eurodeputati in America latina, per verificare nei diversi Paesi la liberalizzazione dell’aborto, secondo uno slogan spesso citato “aborto libero e assistito”.

Sono stati tra gli organizzatori della fronda che ha portato alla ricusazione di Rocco Buttiglione come Commissario europeo, perché cattolico, a cui hanno collaborato le forze della sinistra europea, incluse, anzi in prima fila, quelle italiane.

Al di là delle polemiche di quei giorni, è assodato che Buttiglione è stato rifiutato in quanto cattolico; un cattolico in quel ruolo non ci poteva stare; da qui l’impegno fattivo di Catholics for free choice.

Ecco la controprova: due mesi dopo il fatto, in Commissione Affari Costituzionali due Deputati inglesi, Andrew Duff, del Liberal Democrat Party, e Richard Corbett, del Labour Party, hanno detto, pressapoco con queste parole: occorre rivedere le procedure di audizione dei Candidati Commissari, perché con Buttiglione abbiamo fatto un grave sbaglio, abbiamo giudicato un uomo per le sue idee e le sue convinzioni, e non per i suoi programmi, e questo è contrario alla Carta dei diritti fondamentali.

Noto per inciso che dopo che la vicenda Buttiglione aveva tenuto le prime pagine per giorni, a mia conoscenza nessun quotidiano europeo, e tanto meno italiano, ha ripreso le dichiarazioni dei due deputati inglesi.

Scusate la digressione, ma mi pare importante, perché illustra chiaramente dove si può arrivare per questa china.

Il seminario su ragione e politica ha fornito la tribuna ad una serie di personaggi tra i quali lo stesso on. Miguel Angel Martínez Martínez e il Presidente europeo di Catholics for free choice, perché dessero questo messaggio: la verità non esiste, vi sono molte opinioni tutte lecite, che hanno diritto di essere rispettate e considerate in ambito sociale, ovviamente escluse quelle cristiane e cattoliche in particolare, perché lungo i secoli hanno già combinato parecchi disastri.

Penso che a questo punto tutti immaginino il repertorio di “dimostrazioni” addotte: le crociate, l’inquisizione, la condanna di Galileo, ecc. Ero presente, e vi prego di credermi, se ad alcuni degli intervenuti si fosse potuto chiedere dove stava l’errore nei fatti citati, non sarebbero stati in grado di spiegarlo. Con molta amarezza però dobbiamo ammettere che anche tra noi cattolici alcuni avrebbero avuto difficoltà a contestare questi esempi.

La seconda parte del messaggio: tutte le Chiese, soprattutto le più organizzate, come quella cattolica, attuano una vera e propria dittatura culturale; vogliono impedire alla gente di ragionare con la propria testa e di fare libere scelte personali. Questo la politica deve impedirlo.

Non stupisca la rozzezza, è esattamente ciò che è stato detto.

Fatti come questi suscitano però alcune domande: fino a che punto il Parlamento europeo è lo specchio fedele della società che lo ha espresso? Cosa producono “spettacoli” come questi sui nostri fratelli dell’Est che ci osservano? Penso in particolare agli ortodossi.

Sono domande complesse che comportano risposte difficili, ma che comunque confermano, se ce ne fosse bisogno, le ripetute indicazioni di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI sulla necessità e urgenza di una nuova evangelizzazione dell’Europa.

Dal 5 al 7 marzo scorso, presso il Parlamento a Bruxelles si è svolto il «World Congress for Freedom of Scientific research» (Congresso Mondiale per la Libertà della ricerca scientifica) organizzato dal Partito radicale non violento, trasnazionale e traspartitico, dall’Associazione Luca Coscioni, dal Gruppo Liberale europeo, dal Gruppo Socialista europeo, ed altri.

Una sessione del Congresso era dedicata ai “Criteri religiosi, bioetici e politici per la libertà della ricerca”. A dibattere un tema così impegnativo, in nome del pluralismo culturale, è stato chiamato un pannel composto da esperti di diverse aree culturali: Marco Pannella; Alex Mauron, professore associato di bioetica alla Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra, che ha parlato sul tema “Relativismo epistemologico e dogma religioso: due alleati contro la libertà della ricerca scientifica”; Pervez Hoodbhoy, Preside della Facoltà di Fisica dell’Università di Quaid-e-Azam, (Pakistan); completava il pannel la sign.a Laurette Onkelinx, Vice Primo Ministro, Ministro degli Affari sociali e della sanità pubblica del Governo belga, socialista, distintasi per la promozione dell’aborto.

Come si vede il pluralismo culturale …. è stato assicurato. « …. S’io dico ‘l ver, l’effetto nol nasconde» (Dante – Purgatorio VI°: 138). Sorvolando su ciò che è stato detto, in questo periodo si ha il sospetto che iniziative come questa risentano del clima di fine legislatura, e aprano di fatto la campagna elettorale.

Leggendo questi fatti realmente accaduti e molto meno marginali di quanto possa sembrare, si comincia a concretizzare la piattaforma sulla quale impegnare e misurare i candidati, ed in particolare quelli che chiedono voti al cosiddetto mondo cattolico.

Dicano come si comporteranno per il complesso dei problemi sul tappeto, ma senza ignorare questi, perché è una facile profezia affermare che ci troveremo di fronte, sia al Consiglio d’Europa, sia nelle Istituzionui dell’UE, a tre tentativi coordinati:

– In occasione del quindicesimo anniversario dell’Assemblea del Cairo sulla popolazione, il tentavito di rilanciare l’aborto, dichiarandolo diritto umano fondamentale, e rilanciare campagne contraccettive e di sterilizzazione.

– Il tentativo, anche attraverso la giurisprudenza dell’Alta Corte, di imporre il matrimonio omosessuale, riconoscendo a queste coppie il diritto di adozione.

– Un attacco concentrico e coordinato contro il diritto dei sanitari all’obiezionre di coscienza circa l’aborto.

Su questi problemi i candidati di ispirazione cattolica che intenzioni dichiarano?

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*Presidente dell’Associazione Fondazione Europa

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ZENIT Staff

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