ROMA, lunedì, 16 marzo 2009 (ZENIT.org).- L’esercizio della “carità intellettuale” è il compito che viene affidato agli universitari dal Giubileo paolino che hanno celebrato a Roma dal 12 al 15 marzo, sottolinea monsignor Lorenzo Leuzzi, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma.
Il presule ha tratto le conclusioni dell’incontro, conclusosi questa domenica con una solenne concelebrazione eucaristica nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura presieduta dal Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Cardinale Zenon Grocholeswki, alla presenza di 12 Vescovi e più di 70 cappellani universitari concelebranti.
Dopo la celebrazione, gli oltre 2000 universitari presenti in Basilica, tra cui 115 studenti delle Università di Roma che si preparano a ricevere il sacramento della Confermazione, “hanno ascoltato con gioia le parole del Santo Padre all’Angelus”, spiega monsignor Leuzzi.
La celebrazione del Giubileo paolino è stata “una tappa importante del cammino della Pastorale universitaria nel mondo”, constata riferendosi in particolare al Forum Internazionale delle Università, che ha visto la partecipazione di oltre 500 accademici provenienti da 65 Paesi di tutti i continenti e ha rappresentato “un’occasione per condividere l’esperienza di pastorale universitaria fin qui svolta e porre le basi per un’azione più organica e più incisiva”.
La pastorale universitaria, osserva Leuzzi, “è chiamata a compiere un nuovo passo nella linea della diakonia della storia”, perché quello attuale è “il tempo della riscoperta, sottolineata da molti interventi dei delegati, del ruolo storico della Chiesa nella società contemporanea, capace per vocazione di dialogare con le culture e di assumerle in forza del mistero dell’Incarnazione”.
Dal Forum è emersa tuttavia la convinzione che l’inculturazione della fede “da sola non esaurisce la presenza della Chiesa nella società”, in quanto il cristianesimo “non si pone come realtà religiosa o spirituale che dall’esterno modella la cultura”.
“Incontrando l’uomo nella sua concretezza storica, il cristianesimo, in quanto realtà storica per eccellenza e già operante, offre all’elaborazione culturale una capacità di indagine della realtà che le è propria”.
La religione cristiana, infatti, vuole “indicare all’uomo contemporaneo il fondamento della realtà, perché Gesù di Nazaret non è soltanto il Salvatore, ma anche il Logos del cosmo e della storia: o meglio è il Salvatore, perché è il Logos”.
“É la diakonia della storia auspicata da Benedetto XVI, che in questo tornante della storia contemporanea è la forma più esigente e impegnativa di carità, perché la crisi culturale che investe l’umanità non è risolvibile con aggiustamenti metodologici, ma richiede una nuova sintesi che lasci alle spalle il tempo dell’idealismo, teorico e pratico e introduca l’umanità nel tempo del realismo, cosmico e storico”.
Agli universitari è dunque affidato “il compito di aiutare la Chiesa a compiere questo passaggio, esercitando quella forma specifica che è la carità intellettuale”.
Monsignor Leuzzi sottolinea che “si è aperta una nuova stagione di impegno per tutte le Chiese particolari, soprattutto per quelle in cui è presente una comunità accademica”.
In questo contesto, conclude, Benedetto XVI ha auspicato durante l’Angelus di questa domenica che ogni Chiesa particolare attivi un’organica pastorale universitaria “decisiva per la formazione delle nuove generazioni e lo sviluppo di un nuovo rapporto Vangelo-storia che è il cuore della nuova evangelizzazione”.