Via Crucis di Gesù nel grembo (parte I)

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di padre Angelo del Favero*

 

ROMA, venerdì, 13 marzo 2009 (ZENIT.org).- Otto giorni prima della morte di Giovanni Paolo II, il “Papa della vita”, il cardinal Ratzinger iniziava la presentazione della sua Via Crucis al Colosseo con queste parole:

“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24): il Signore interpreta così tutto il Suo percorso terreno come il percorso del chicco di grano che soltanto attraverso la morte arriva a produrre frutto” (Via Crucis al Colosseo, Venerdì Santo 2005, Meditazioni e preghiere del cardinal J. Ratzinger).

 L’immagine del chicco di grano vivo, seminato e sepolto fecondamente nella terra, paradigma esemplare dell’esistenza e della missione di Gesù, evoca anche il percorso dell’embrione umano nel grembo materno: quello di Maria e quello di ogni madre, come Lei e in Lei oggetto della benedizione di Dio: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” (Lc 1,42).   

Questa meravigliosa “via vitae” dei primi nove mesi dell’essere umano, da anni è diventata una vera e propria “Via Crucis” di Cristo.

Dico “vera e propria”, non solo per le sue numerose stazioni biologiche, ma soprattutto per l’esito mortale che le caratterizza tutte, a partire dalla prima, che, come per Gesù adulto, è la condanna a morte.

Vera e propria, dunque, perchè l’essere umano è un uomo vero e proprio fin dal concepimento: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” (Mt 25,40).

Una mirabile riflessione sulla verità ed il messaggio della Via crucis, è stata offerta ai sacerdoti da Giovanni Paolo II, il mercoledì santo del 20 aprile 1983; eccone la parte finale dal titolo: “Da Lui coinvolti nel suo amore redentore”.

Come non ammirare la commovente solidarietà, con la quale Cristo ha voluto portare il carico delle nostre colpe? Anche oggi, quando ci fermiamo a considerare il male che si manifesta nel mondo, possiamo stimare il peso immenso che è ricaduto sulle spalle del Salvatore. Come Figlio di Dio fatto uomo, egli era in grado di caricarsi dei peccati di tutti gli uomini, in tutti i tempi della loro storia. Assumendo questo carico davanti al Padre e offrendo una perfetta riparazione, Egli ha trasformato il volto dell’umanità e liberato il cuore umano dalla schiavitù del peccato.

Come non essergli riconoscenti? Gesù conta sulla nostra gratitudine. Se infatti nel sacrificio espiatorio Egli ha preso il posto di tutti noi, la sua intenzione non era di dispensarci da ogni riparazione. Egli anzi attende la nostra fattiva collaborazione alla sua opera redentrice.

Questa collaborazione riveste una forma liturgica nella celebrazione eucaristica, in cui il sacrificio espiatorio del Cristo è reso presente al fine di coinvolgere la comunità e i fedeli nella offerta. Essa si estende poi all’insieme della vita cristiana che è necessariamente contrassegnata dal segno della Croce. In tutta la sua esistenza il cristiano è invitato ad offrire se stesso in oblazione spirituale, da presentare al Padre in unione con quella di Cristo.

Felici di essere stati da Cristo riconciliati con Dio, sentiamo l’onore di condividere con Lui l’ammirabile sacrificio che ci ha procurato la salvezza, e rechiamo anche il nostro contributo all’applicazione dei frutti della riconciliazione all’universo di oggi..

Oggi la “Via Crucis” più dolorosa e drammatica del “figlio dell’uomo” è quella del bambino nel grembo: nessuno come lui è odiato dal mondo.

Vogliamo allora meditarne le stazioni, consapevoli, nella fede, che ad essere mortalmente violato è il grembo stesso di Maria, la Madre di ogni madre e di ogni figlio, la Madre che è ogni madre, perché ogni figlio, in Cristo, è carne della sua carne.

 

Preghiera iniziale

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

R.: Amen.

O Gesù misericordioso, Vita invisibile che si è fatta visibile e nascosta nel grembo materno, noi Ti riconosciamo, Ti benediciamo, Ti adoriamo quale Fonte e Autore della vita umana. Grazie per il dono della vita!

O Gesù Concepito, nessun uomo è tanto simile a Te come il bambino non ancora nato: debole, indifeso, calpestato nel suo diritto fondamentale alla vita. Nessuno come il figlio rifiutato dalle stesse viscere materne, muore per così grande e dolorosa mancanza d’amore ; nessuno è violato nella sua dignità di essere umano come lui. Poiché nessuno è tanto innocente e tanto odiato come il figlio del grembo, lui che viene solo per portare la Tua benedizione ai genitori, alla famiglia, alla società, all’umanità intera, e che Tu hai creato per un progetto specialissimo di felicità, con una missione unica da compiere nel Regno di Dio in terra.

Ascoltaci, Gesù! Ascoltaci dal grembo di Maria!

O Madre, Tu che con il tuo “Sì” hai aperto alla Vita increata le porte della vita creata; Tu Arca dell’Alleanza e della Vita invisibile fatta visibile: sotto la tua speciale protezione cerca rifugio ogni bambino nel grembo, da quando comincia ad esistere a quando nasce. Amen.

Prima stazione: Gesù nel grembo è condannato a morte.

Dal Vangelo di Giovanni: “Da quel giorno, dunque, decisero di ucciderlo” (Gv 11,53)

Dall’articolo 4 della Legge 22 maggio 1978, n. 194:Per l’interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico, o a una struttura socio-sanitaria a ciò abilitata dalla regione, o a un medico di sua fiducia”.

Preghiamo con il Servo di Dio Giovanni Paolo II: O Dio, il tuo amato Papa della Vita ha scritto: “L’analisi scientifica conferma pienamente come la stessa costituzione fisica della donna e il suo organismo contengano in sé la disposizione naturale alla maternità, al concepimento, alla gravidanza e al parto del bambino, in conseguenza dell’unione matrimoniale con l’uomo. Al tempo stesso tutto ciò corrisponde anche alla struttura psico-fisica della donna.(…) La maternità è legata con la struttura personale dell’essere donna e con la dimensione personale del dono” (Lettera apostolica ‘Mulieris Dignitatem’, n° 18),

– fa che ogni Consultorio, pubblico e privato, sia sempre e solamente un centro di aiuto alla vita: Signore della vita, ascoltaci!  

Padre nostro

O Maria, aurora del mondo nuovo, “fa’ che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. Ottieni forza e perseveranza ad ogni madre in difficoltà per una gravidanza inattesa o indesiderata. Aiutaci a non lasciare sola chi per tali motivi si trova nell’angoscia e a farci strumenti della paternità e della maternità di Dio.”.

Seconda STAZIONE: Gesù, appena fatto uomo nel grembo, è trattato come una cosa “usa e getta”.

Dal Libro della Genesi: “E DIO CREO’ L’UOMO A SUA IMMAGINE; A IMMAGINE DI DIO LO CREO’: MASCHIO E FEMMINA LI CREO’” (Gen 2,27).

Dall’Istruzione “Dignitas personae”: “..tutte le tecniche di fecondazione in vitro si svolgono di fatto come se l’embrione umano fosse un semplice ammasso di cellule che vengono usate, selezionate e scartate.(…) Le tecniche di fecondazione in vitro in realtà vengono accettate perché si presuppone che l’embrione non meriti un pieno
rispetto, per il fatto che entra in concorrenza con un desiderio da soddisfare.”
(n° 15).

Preghiamo: O Signore, Fonte della vita, il tuo Amore non fa’ differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l’uomo maturo o l’anziano; non fa’ differenza perché in ognuno di essi vede l’impronta della propria immagine e somiglianza,

– fa che il Diritto internazionale, le leggi degli stati, la ragione di ogni uomo proclamino costantemente il carattere sacro ed inviolabile di ogni vita umana, dal suo concepimento sino alla sua fine naturale:  Signore della vita, ascoltaci!

Padre nostro

O Maria, aurora del mondo nuovo, “Madre dei viventi, affidiamo a Te la causa della vita: guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall’indifferenza o da una presunta pietà.”  (Giovanni Paolo II).

Terza STAZIONE: GESù VIENE RINCHIUSO E CONGELATO A più di 100 GRADI SOTTO ZERO.

Dal Vangelo di Matteo: “IN VERITA’ IO VI DICO: TUTTO QUELLO CHE AVETE FATTO A UNO SOLO DI QUESTI MIEI FRATELLI PIU’ PICCOLI, LO AVETE FATTO A ME” (Mt 25,40).

Dall’Istruzione “Dignitas personae”: La crioconservazione è incompatibile con il rispetto dovuto agli embrioni umani: presuppone la loro produzione in vitro; li espone a gravi rischi di morte o di danno per la loro integrità fisica, in quanto un’alta percentuale non sopravvive alla procedura di congelamento e scongelamento; li priva..dell’accoglienza e della gestazione materna; li pone in una situazione suscettibile di ulteriori offese e manipolazioni. La maggior parte degli embrioni non utilizzati rimangono “orfani”. I loro genitori non li richiedono, e talvolta se ne perdono le tracce. Ciò spiega l’esistenza di depositi di migliaia e migliaia di embrioni congelati in quasi tutti i Paesi dove si pratica la fecondazione in vitro” (n° 18).

Preghiamo per la nostra società: O Padre, Tu  hai creato le viscere di ogni uomo e lo hai tessuto nel seno di sua madre. Solo Tu lo conosci fino in fondo! Ancora informe lo hanno visto i tuoi occhi e tutto di lui era scritto nel tuo libro, quando il calore del tuo amore così lo ha fatto germinare nel grembo materno,

– non permettere questa irreparabile ingiustizia  subita dal Tuo Figlio in ogni essere umano congelato! Ferma la produzione di embrioni umani, smantella in tutto il mondo questi agghiaccianti campi di concentramento umano, ferma la distruzione di questi tuoi figli decretata dal gelido, mortale egoismo dell’uomo: Signore della vita, ascoltaci!

Padre nostro

 O Maria, aurora del mondo nuovo, “fa che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo, e la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell’amore”  (Giovanni Paolo II). 

———

* Padre Angelo, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E’ diventato carmelitano nel 1987. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

 

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ZENIT Staff

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