FIRENZE, martedì, 10 marzo 2009 (ZENIT.org).- Ha suscitato enorme scalpore la decisione del Comune di Firenze di nominare cittadino onorario Beppino Englaro, il papà di Eluana, la cui morte per disidratazione solleva ancora polemiche.
La proposta che chiedeva di conferire la cittadinanza onoraria di Firenze al padre di Eluana Englaro, morta un mese fa dopo 17 anni di stato vegetativo in una clinica di Udine, era stata presentata dal capogruppo del Partito Socialista, Alessandro Falciani e dalla consigliera comunale di Unaltracittà-Unaltromondo, Ornella De Zordo.
Dopo una intensa e lunga discussione, lunedì 9 marzo il Consiglio comunale ha votato a favore della proposta con 22 voti favorevoli, 16 contrari e 3 astenuti.
Il Partito democratico si è spaccato in tre, cinque consiglieri contrari, nove favorevoli e tre astenuti. A favore della proposta hanno votato anche i consiglieri delle sinistre e dei Verdi. Sedici i consiglieri contrari tra cui l’intero blocco del Partito delle libertà e l’Unione democratica di Centro.
Indignato il commento dell’Arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, il quale in una nota diffusa il 9 marzo ha affermato che la concessione della cittadinanza onoraria di Firenze a Beppino Englaro è un “atto nefasto, pretestuoso, offensivo e distruttivo”.
Secondo l’Arcivescovo una “maggioranza, peraltro sfilacciata” ha tentato di dare un “tono di protagonismo a un finale di legislatura perlomeno problematico”.
La nota firmata dal presule spiega che “opporsi a questa improvvida decisione non vuole dire opporsi alla persona del signor Englaro o voler mancare di rispetto alla sua dolorosa vicenda familiare. Ma dopo aver assicurato rispetto e comprensione, si ritiene doveroso affermare con nettezza che l’atto che una parte del Consiglio comunale ha voluto imporre a tutta la città appare pretestuoso, offensivo e distruttivo”.
La nota precisa che il gesto è “offensivo” in particolare “nei confronti di quella non trascurabile parte della città che nel corso della vicenda Englaro ha manifestato orientamenti ben diversi da quelli di cui il signor Giuseppe Englaro e il gruppo che lo ha sostenuto erano portatori”.
Secondo monsignor Betori, “l’offesa più grande è stata fatta verso i genitori, fratelli, amici e gruppi di volontari che si stringono attorno ai loro oltre 2500 cari che vivono in situazioni similari a quelle da cui e’ stata strappata a forza Eluana Englaro”.
“Costoro – continua la nota – nel momento in cui il signor Englaro viene accolto con onore in questa città, ne sono stati, per così dire, cacciati fuori, non forse con atteggiamento di repulsione, ma senz’altro con atteggiamento di noncuranza e di abbandono”.
Il comunicato dell’Arcidiocesi rileva che si tratta di un “atto di disprezzo verso la minoranza dei rappresentanti del popolo e verso una presunta minoranza di cittadini” e conclude ribadendo che la Chiesa di Firenze assicura che “non farà mai un passo indietro e denuncerà con forza ogni sopruso, perchè tale è l’atto nefasto appena deciso”.
Chiaro anche il commento del Movimento per la Vita (MpV) di Firenze il cui Presidente, il prof. Angelo Passaleva, ha espresso “sdegno e sorpresa per il conferimento della cittadinanza onoraria al signor Beppino Englaro”.
“La scelta – ha scritto il prof. Passaleva – ha un chiaro significato ideologico, politico e propagandistico. Ci sono ben altri cittadini che hanno speso e che spendono la loro vita per assistere persone che si trovano in gravissime difficoltà. Quante altre persone di grande rilievo per il loro impegno culturale e umanitario meriterebbero la cittadinanza onoraria di Firenze”.
Secondo il Presidente del Mpv di Firenze si tratta di “un atto che offende questi cittadini e tutti gli abitanti della nostra città che non la pensano come chi ha votato a favore di una delibera di chiara matrice radicale e fortemente provocatoria”.
Dopo aver commentato che “non si può certo esprimere gioia per essere nominati cittadini onorari con una risicata e discussa maggioranza di voti”, il prof. Passaleva ha spiegato che: “Beppino Englaro, per il quale non si mette in discussione la buona fede ed il dolore di fronte al quale, come lui stesso aveva chiesto, sarebbe meglio tacere, dovrebbe sapere che sarà concittadino soltanto di una parte, probabilmente minoritaria, dei fiorentini”.
“Mi aspettavo, per dignità, un suo rifiuto”, ha commentato.