GERUSALEMME, giovedì, 5 marzo 2009 (ZENIT.org).- Dopo il cinquantenario della morte del Servo di Dio Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli, l’Istituto Internazionale di Ricerca dell’Olocausto Yad Vashem e lo Studium Theologicum Salesianum, Santi Pietro e Paolo, terranno domenica 8 e lunedì 9 marzo un workshop congiunto di studiosi che valuteranno lo stato attuale della ricerca su Papa Pio XII e l’Olocausto.
Secondo quanto riferito a ZENIT da don Francesco De Ruvo SDB, “si metteranno a confronto storici che condivideranno il risultato delle loro ricerche per rispondere ad una serie di domande che riguardano la controversia in atto”.
Gli storici e gli studiosi, che assicurano un respiro internazionale all’iniziativa, appartengono a entrambe le scuole di pensiero sulla questione: quella più critica nei confronti di Pio XII e quella che ne apprezza l’operato.
L’incontro ha luogo mentre fervono i preparativi per la visita di Benedetto XVI, l’11 maggio, allo Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto, dove parteciperà a una cerimonia in ricordo delle vittime della Shoah.
Gli studiosi che parteciperanno al confronto sono Sergio Minerbi, Paul Oshea, Michael Phayer, Susan Zuccotti, Thomas Brechenmacher, Jean-Dominque Durand, Grazia Loparco, Matteo Luigi Napolitano e Andrea Tornielli.
La sessione di apertura sarà inaugurata da Avner Shalev, Presidente del Comitato Direttivo dello Yad Vashem, e dall’Arcivescovo Antonio Franco, Nunzio Apostolico in Israele. Don Roberto Spataro, per lo Studium Theologicum Salesianum, e la dottoressa Iael Orvieto, per lo Yad Vashem, modereranno le conversazioni.
“Negli ultimi anni, molti libri e nuovi articoli sono stati pubblicati, e di conseguenza è stato presentato del nuovo materiale che ha permesso di portare alle luce nuovi aspetti, che hanno bisogno di essere confrontati e sintetizzati, per vedere se ci sia qualche cosa di nuovo e qualche cosa che vada totalmente rivisto”, spiega De Ruvo.
Tra i vari argomenti che gli storici discuteranno figurano il periodo precedente al papato di Pio XII, le relazioni con i Vescovi tedeschi, Pio XII e l’Olocausto, la situazione in Italia durante il periodo dell’Olocausto e il periodo successivo all’Olocausto.
“Ad oggi nel Museo dell’Olocausto Yad Vashem troviamo una didascalia polemica sull’operato di Pio XII. Storici ed opinionisti non hanno cessato di dibattere su questo argomento”, spiega De Ruvo, salesiano e ricercatore a Gerusalemme.
“Per alcuni, egli sarebbe stato uno spettatore indifferente dell’Olocausto che, con il suo silenzio, si rese connivente dell’immane tragedia che si stava consumando. Altri ricercatori e storici, però, sostengono da tempo una tesi del tutto opposta che dà una valutazione positiva dell’operato di Pio XII: egli avrebbe agito per limitare in tutti i modi possibili gli effetti dell’Olocausto, a volte con risultati efficaci”.
“Quest’ultima posizione storiografica – aggiunge – si avvale di documenti storici di archivio e di testimonianze sia orali sia scritte dei protagonisti. Gli autori che esaltano l’azione di Pio XII per la salvezza degli ebrei propongono le loro conclusioni, a prescindere dalla loro appartenenza etnica e religiosa. Tra essi si distinguono non pochi studiosi ebrei”.
“Un clima di cordiale e rispettoso ascolto è stato fino ad ora conservato tra le istituzioni coinvolte in questa iniziativa che, nell’auspicio di tutti, porterà ad un’intesa sull’attuale testo della caption visibile in Yad Vashem”, conclude.