“La coppia e la felicità. Dallo spot pubblicitario al progetto d’amore”

Un libro aiuta le coppie a gestire e superare i conflitti

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di Roberta Sciamplicotti

ROMA, mercoledì, 4 marzo 2009 (ZENIT.org).- Come realizzare gli ideali di coppia propagandati dai mass media e spesso apparentemente irraggiungibili? E’ la domanda alla quale vogliono rispondere Sara Mariorenzi e Angelo Peluso nel loro libro “La coppia e la felicità. Dallo spot pubblicitario al progetto d’amore: aspetti medici e psicologici”.

Il testo (Effatà Editore, Torino 2008, € 11,00), con prefazione di monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, e postfazione di monsignor Luigi Moretti, arcivescovo vicegerente di Roma, mira a individuare ciò che crea disagio nelle coppie e cosa fare per prevenirlo.

L’analisi è condotta fornendo dati concreti, frutto dell’esperienza clinica degli autori. Angelo Peluso è dirigente sanitario nella ASL Roma B, dove opera come responsabile nei Consultori Familiari; è consulente del Servizio di Sessuologia Clinica presso l’Ospedale Fatebenefratelli e professore a c. di Sessuologia e Psicologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Sara Mariorenzi è medico chirurgo specialista in Ginecologia e Ostetricia e si occupa soprattutto di ginecologia dell’adolescenza, isteroscopia diagnostica e operativa e del trattamento delle patologie del dolore sessuale femminile presso istituzioni pubbliche e private.

L’obiettivo del libro, hanno spiegato gli autori a ZENIT, è quello di “aiutare la coppia a saper gestire ogni possibile conflitto – da quelli con le famiglie di origine a quelli della propria storia di vita –, avere una visione serena della sessualità senza essere prigionieri di presunti criteri di normalità o di miti imposti dai mass media, essere realmente una coppia presente nel mondo che vive la realtà conoscendo i problemi della società dando un forte contributo al cambiamento per costruire valori più solidi”.

Il testo vuole quindi accompagnare la coppia “nelle diverse fasi del suo cammino evolutivo per sensibilizzarla su come la felicità, l’equilibrio interiore, la serenità familiare non siano traguardi preconfezionati o si possano realizzare seguendo le istruzioni banali proposte dai talk show televisivi, ma vadano costruiti giorno per giorno”.

Un posto importante, osservano, è occupato dalla fede. Una coppia cristiana, infatti, “non può vivere nella limitatezza della propria casa con le sue gioie e i suoi dolori chiudendo le porte a tutto ciò che crea possibili turbamenti”, ma “deve abbracciare anche la storia del mondo”, prendendo posizione “di fronte a fenomeni dilaganti che offendono la dignità della persona”.

La vera felicità, aggiungono, “si può raggiungere imparando a pregare insieme”, perché la preghiera “apre le porte chiuse del silenzio, trasforma ogni dolore in speranza, porta i due partners a contatto con Dio rendendoli messaggeri del Suo messaggio d’amore”.

Presentando il libro all’Ospedale Fatebenefratelli di Roma, il professor Peluso ha affermato che la coppia “è sempre inquinata da un senso di solitudine”.

In un’epoca di grandi progressi in campo tecnologico che permettono un’enorme velocità comunicativa, constata, sembra un paradosso che ci sia “una diffusa solitudine interiore che porta a comunicare sempre di meno”.

I rapporti affettivi, sia in campo amicale che di coppia, nascono inoltre “su aspettative irreali, costruite su falsi bisogni personali di cui non sempre si è consapevoli e nell’illusoria speranza che l’altro possa riempire il proprio vuoto interiore e permettere la ‘ricostruzione’ della propria identità personale insicura e incerta”.

I ripetuti fallimenti affettivi e la crisi conseguente della famiglia creano insicurezze personali difficilmente gestibili e abilmente mascherate dall’eccessiva iperattività, e tutto ciò alimenta la continua ricerca di sensazioni nuove che finiscono per “distruggere la vera identità della persona e renderla schiava di morbosità assurde o spingerla ad affrontare gravi pericoli senza alcun rispetto della propria e altrui vita”.

“Tutti questi ‘vuoti’ alimentano il problema più grave della modernità e della post-modernità: la negazione dell’altro come persona”, denuncia l’esperto. “Il vero unico nemico è l’aridità dei sentimenti”.

Per porre un freno a questa situazione, gli autori del testo vogliono ricordare che “essere coppia deve essere un’avventura piacevole, di valorizzazione vicendevole, di rispetto delle proprie storie di vita, di benevola accoglienza anche dei propri limiti e contraddizioni. Per questo far trionfare l’amore significa accogliere la storia completa dell’altro, avere una adeguata soglia di tolleranza, accettare la diversità dell’altro come fonte di energia per camminare sulla stessa strada, saper affascinare con l’imprevedibilità, recitare sul palcoscenico della vita in due con una trama non prefissata”.

Ciò vuol dire procedere “verso una meta comune non rigorosamente determinata, ma modificabile sulla base delle rispettive esperienze e conoscenze che diventano ‘territorio di entrambi’ come una sorta di patrimonio genetico condiviso con il meglio di sé”.

“L’amore, in fondo, è fatto di lampi luminosi di felicità che devono fornire energia per affrontare gli altalenanti momenti legati alla fragilità degli esseri umani, alle imprevedibili emozioni, alle contraddizioni di ogni certezza”.

“La coppia felice ha sempre una possibilità, una speranza, una disponibilità a leggere diversamente, a inventare soluzioni di fronte alle difficoltà – osservano –. Nel lasciare una scia di felicità la coppia può diventare punto di riferimento, modello e patrimonio per l’umanità”.

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ZENIT Staff

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