Parroco di Gaza: occorre prima riconciliare Fatah e Hamas

Dopo la conferenza dei donatori per Gaza di Sharm El Sheik

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 3 marzo 2009 (ZENIT.org).- “Di miliardi se ne è parlato ad Annapolis ed anche in altri summit precedenti, ma non è mai arrivato niente”. Padre Manuel Musallam, parroco della chiesa latina di Gaza, ha commentato così all’agenzia “Sir” l’esito della conferenza dei donatori per Gaza di Sharm El Sheik.

Dal vertice, che ha riunito le delegazioni di oltre 70 Paesi e 16 organizzazioni internazionali, è giunto un segnale politico molto chiaro: la comunità internazionale è pronta a stanziare quattro miliardi e mezzo di dollari statunitensi per aiutare la popolazione di Gaza e la ripresa dei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi ma senza concedere nulla ad Hamas.

Inoltre, la cifra potrebbe salire ancora grazie ad ulteriori contributi raggiungendo i 5,2 miliardi di dollari, ha spiegato il Ministro degli Esteri egiziano, Ahmed Aboul Gheit.

Di questi, una parte è destinata alla ricostruzione di Gaza dopo l’operazione israeliana “Piombo Fuso” e l’altra a sostenere l’Autorità nazionale palestinese in Cisgiordania.

Nel suo intervento il Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha affermato che per poter essere considerato un interlocutore sulla scena internazionale, Hamas dovrà rinunciare alla violenza, riconoscere lo Stato di Israele e accettare tutti i trattati del passato.

“La gente qui a Gaza – ha affermato padre Musallam alla “Sir” – è piuttosto pessimista sull’arrivo di questo denaro”.

“Hamas – ha aggiunto – non permetterà a nessuno di lavorare qui a Gaza senza il loro permesso soprattutto a uomini di Fatah. Da parte sua, Israele non consentirà il passaggio dei materiali necessari alla ricostruzione”.

“Abbiamo bisogno oggi di questi aiuti, ci sono famiglie che hanno perso la loro casa e che vivono nelle tende, al freddo, sotto la pioggia”.

Per padre Musallam l’unica cosa che potrebbe sbloccare la situazione “è la riconciliazione tra Fatah e Hamas. Solo questa potrebbe favorire la speranza di ricostruire Gaza”.

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ZENIT Staff

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