Il Papa: i lavoratori e le loro famiglie, innanzitutto

Solidarietà di Benedetto XVI con gli operai della Fiat di Pomigliano D’Arco

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 1° marzo 2009 (ZENIT.org).- Di fronte alla crisi economica che rischia di travolgere l’Italia con disoccupazione e chiusure di aziende, Benedetto XVI ha lanciato questa domenica un appello a tutelare come priorità i lavoratori e le loro famiglie.

Al termine dell’Angelus in piazza San Pietro, il Papa ha rivolto un saluto particolare a un gruppo di operai e impiegati dello stabilimento Fiat di Pomigliano D’Arco, la cittadina industriale alle porte di Napoli, venuti a manifestare la loro preoccupazione per il futuro della fabbrica e delle migliaia di persone che da essa dipendono.

Accennando poi a situazioni simili che interessanto anche i territori del Sulcis-Iglesiente, in Sardegna, di Prato in Toscana e di altri centri in Italia, il Papa ha detto di unirsi ai Vescovi e alle rispettive Chiese locali nell’esprimere “vicinanza alle famiglie interessate dal problema”.

“Desidero esprimere il mio incoraggiamento alle autorità sia politiche che civili, come anche agli imprenditori, affinché con il concorso di tutti si possa far fronte a questo delicato momento – ha poi aggiunto –. C’è bisogno, infatti, di comune e forte impegno, ricordando che la priorità va data ai lavoratori e alle loro famiglie.

In una intervista al quotidiano “Il Mattino”, mons. Beniamino Depalma, Vescovo di Nola e Pomigliano d’Arco (Na), che il 27 febbraio ha partecipato alla manifestazione degli operai di Pomigliano preoccupati per il rinnovo della cassa integrazione ha detto: “Non facciano pagare agli operai i costi della crisi”.

Il lavoro, ha spiegato il Vescovo, “vuol dire dignità. Senza lavoro, per le famiglie non c’è ombra di futuro”. E se lo stabilimento “Gian Battista Vico” dovesse chiudere, “si aprirebbe un capitolo terribile. Nell’area campana. Anzi, in tutto il Sud”.

“Mi reco spesso nelle mense Caritas – ha raccontato il Vescovo di Nola – e da mesi vedo persone che prima non erano mai venute a mangiare da noi. Uomini, donne e giovani. Facce nuove: tristi addolorate. Sto conoscendo i nuovi poveri, le famiglie che per colpa della crisi davvero non arrivano alla terza settimana del mese”.

Intervistato dalla Radio Vaticana, don Peppino Gambardella, parroco di San Felice in Pincis, a Pomigliano d’Arco, ha detto che nello stabilimento “si producono due grosse macchine per le quali non sono previsti incentivi, per cui la macchina non viene acquistata, a causa della crisi generale, e lo stabilimento praticamente è fermo. Sono circa 5.500 operai in cassa integrazione, senza contare l’indotto, composto da altre 9 mila persone”.

Da settembre sono state solo cinque le settimane di lavoro, per questi operai e “si prevede che fino ad aprile non lavoreranno. Ma il problema più serio è che viene messo in gioco il futuro industriale di questa città!”.

“Noi, come comunità parrocchiale, abbiamo fatto nostro questo problema, abbiamo istituito un consiglio pastorale particolare – ha aggiunto il sacerdote – chiamando un sindacalista a spiegarci bene i termini della questione, e poi abbiamo tenuto un’assemblea parrocchiale – molto frequentata – con tutte le sigle sindacali”.

“Sentiamo che come credenti dobbiamo esprimere questo nostro impegno a favore dei lavoratori”, ha sottolineato.

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ZENIT Staff

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