MOSCA, giovedì, 26 febbraio 2009 (ZENIT.org).- L'Arcivescovo Antonio Mennini, Nunzio Apostolico e rappresentante della Santa Sede nella Federazione Russa, ha commentato l'elezione del Patriarca Kirill dicendosi certo che vorrà portare avanti i buoni rapporti con la Chiesa cattolica.

In un'intervista rilasciata alla rivista Il Regno, il presule ha spiegato circa la reiterata richiesta di Kirill di far tornare le Diocesi cattolica in Russia ad amministrazioni che “bisogna capire che la motivazione degli ortodossi ha una dimensione soprattutto di reciprocità: 'Come noi non ci permettiamo, non pensiamo di fare delle diocesi in Italia oppure in altre parti dell’Occidente senza il permesso del Papa, perché riteniamo che sia un territorio canonico, così sosteniamo che Roma avrebbe dovuto chiedere il nostro permesso'”.

Rilevando come la Chiesa ortodossa russa negli ultimi tempi abbia sperimentato “una ripresa notevole a livello di apertura di chiese, monasteri, parrocchie”, l'Arcivescovo ha sottolineato che il vero problema “è quello che si pone anche in Occidente: come trasmettere i valori del Vangelo facendoli sentire come tali alle nuove generazioni e, secondariamente, come impostare i rapporti con lo Stato”.

Alessio II, ha spiegato, “ha traghettato la Chiesa nel periodo tempestoso degli anni Novanta, quando la Chiesa si è trovata ad affrontare problemi immensi, tra il flusso di masse di popolazione che bussavano alla sua porta chiedendo una parola di verità e di sostegno di fronte al crollo dell’ideologia, da un lato, e dall’altro il rischio di essere messa sul banco degli accusati in quanto istituzione 'collaborazionista' o quantomeno acquiescente al comunismo”.

Il suo successore Kirill si trova ora a guidare una Chiesa più forte e si dimostra particolarmente preoccupato “per l’educazione alla fede e all’appartenenza ecclesiale. Ha visitato i principali monasteri del Paese, cercando un dialogo e ribadendo la sua fedeltà alla tradizione, il suo impegno in difesa dell’integrità della famiglia. Ha cercato di testimoniare (evidentemente riuscendoci) che erano infondate le accuse di chi vedeva in lui atteggiamenti ritenuti di eccessiva apertura verso le altre Chiese, anche verso la Chiesa cattolica”.

Secondo l'Arcivescovo, il nuovo Patriarca “sicuramente dovrà e vorrà essere molto attento agli equilibri interni della Chiesa ortodossa russa, ma non rinuncerà a portare avanti un dialogo, un confronto con le altre Chiese, in particolare con la Chiesa cattolica”.

A questo proposito, ha osservato che tutti i presuli cattolici sono certi che Kirill vorrà continuare la collaborazione attuale, “della quale finora ci ha dato tanti esempi e anche tanti suggerimenti pratici, concreti, che purtroppo non sono sempre stati accolti dai nostri Vescovi”.

Quanto a un eventuale incontro tra il Patriarca e Papa Benedetto XVI, Mennini ha confessato che “Roma non insiste molto” e “si è mostrata, soprattutto negli ultimi tempi, molto comprensiva delle motivazioni del Patriarcato di Mosca”.

“La visita si farà quando i tempi saranno maturi, quando i problemi, almeno i principali, saranno risolti”, ha dichiarato. Ad ogni modo, ha sottolineato, dovrà comunque essere “un evento soprattutto spirituale”.