L'Arcivescovo di Denver spiega la chiave del successo negli affari

E parla della vocazione politica cattolica e del come viverla

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TORONTO, mercoledì, 25 febbraio 2009 (ZENIT.org).- La chiave per il successo è l’integrità personale e il fatto di vivere virtuosamente concentrandosi sul dare più che sul prendere, ha osservato l’Arcivescovo di Denver (Stati Uniti) rivolgendosi ai leader del mondo degli affari.

L’Arcivescovo Charles Chaput lo ha affermato questo martedì a Toronto (Canada) parlando a circa 100 uomini d’affari.

La conferenza, sul tema “Carattere e Circostanze”, è stata promossa dall’Arcidiocesi di Toronto, the Salt and Light Catholic Television Network, il Regis College e the Meritus, un gruppo arcidiocesano per uomini d’affari cattolici.

Il presule ha riconosciuto che “un mercato libero può essere una forza potente per fare del bene nel mondo”, ma ha avvertito che “il potere economico può diventare una sorta di dipendenza”.

“Il bisogno di un profitto e la specializzazione odierna di competenze e interessi amplia il nostro orizzonte – non solo al lavoro, ma nel modo in cui ci colleghiamo al mondo e percepiamo gli altri”.

Il mercato esiste per ciascuno, ha affermato, ma “non perdiamo mai la responsabilità per la gente intorno a noi”.

“Cattolico o meno, ogni uomo d’affari sensibile può comprendere la logica della Regola d’Oro – ha osservato l’Arcivescovo Chaput –. Raccogliamo ciò che abbiamo seminato”.

“Se agiamo in modo etico, creiamo un mondo etico – anche se i suoi confini raggiungono solo la nostra famiglia, i nostri colleghi e i nostri amici”.

Dio è amore, ha sottolineato, e per questo “non si può essere una persona ‘di successo’ – negli affari, nella politica, nella Chiesa o in qualsiasi altro luogo – volendo e prendendo più di ciò che siamo disposti a dare”.

La virtù negli affari

“Qual è il posto di Dio nel mercato?”, ha chiesto il presule al suo pubblico.

“Appartiene al cuore e alle azioni della gente che manda avanti il mercato. Ovvero voi”, ha risposto.

L’Arcivescovo ha esortato i suoi ascoltatori a fare attenzione alle cose importanti della vita anche se sembrano “piccole”.

“La devozione alla famiglia sembra una cosa semplice, e lo è. La gratitudine, l’onestà, l’umiltà, la fedeltà – sono tutte cose semplici. Ma sono anche molto difficili”.

“E’ facile parlare di risolvere i problemi della società con grandi programmi e politiche nazionali, perché se non funzionano possiamo sempre dare la colpa a qualcun altro”, ha sottolineato.

“Il cambiamento personale, l’integrità morale personale, la fedeltà personale a persone e principi – questo è molto più difficile”, “perché se falliamo non possiamo biasimare nessun altro”.

Ad ogni modo, sostiene l’Arcivescovo Chaput, insistendo su queste piccole cose “ne realizziamo una grande: coinvolgiamo gli altri”.

Il presule ha concluso il suo discorso esortando gli ascoltatori: “Conducete bene le cose, non solo quello che dite, ma ciò che fate – e sul vostro esempio inizierà il rinnovamento della vita pubblica della vostra Nazione”.

Vocazione politica

Durante il suo viaggio a Toronto, l’Arcivescovo Chaput ha pronunciato anche una conferenza pubblica svoltasi lunedì sul tema del suo ultimo libro: “Restituire a Cesare: la vocazione politica cattolica”.

Il presule ha parlato a più di 700 persone sulla necessità che i cattolici siano coinvolti nella vita politica della loro Nazione, come parte della storia della salvezza. “Solo Dio è Dio, e lo Stato è subordinato e responsabile nei confronti di Dio per come tratta le persone umane, tutte create da Dio”, ha affermato.

“Il nostro compito come credenti è riuscire a capire cosa appartiene a ‘Cesare’ [lo Stato] e cosa appartiene a Dio – e poi mettere le cose nel giusto ordine nella nostra vita, e nei nostri rapporti con gli altri”.

Il presule ha affermato che “il rispetto più vero che possiamo mostrare alle autorità civili è la testimonianza della nostra fede cattolica e delle nostre convinzioni morali, senza scuse o apologie”.

“Non importa ciò in cui diciamo di credere se non vogliamo agire in base alle nostre credenze”, ha avvertito.

“Ciò che diciamo sulla nostra fede cattolica è la parte più semplice. E’ ciò che facciamo con questa che modella la nostra vera identità”.

L’Arcivescovo Chaput ha riconosciuto che serviamo al meglio il nostro Paese servendo in primo luogo Dio. “Ma come Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unico Figlio, così la gloria e l’ironia della vita cristiana è questa: quanto più fedelmente amiamo Dio, tanto più autenticamente serviamo il mondo”, ha osservato.

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ZENIT Staff

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