CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 24 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Civili innocenti stanno morendo nello Sri Lanka a causa dei bombardamenti indiscriminati da parte sia dell’Esercito che dei ribelli, mentre i feriti sono migliaia, denuncia la Caritas.
Il Paese, spiega l’organizzazione, sta affrontando una crisi umanitaria con almeno 250.000 persone intrappolate nella zona di conflitto a Vanni, nel nord-est, mentre le forze governative si scontrano con i ribelli Tamil.
Caritas Internationalis, la confederazione di 162 agenzie cattoliche di aiuto, lavora attraverso Caritas Sri Lanka per predisporre programmi umanitari.
In una dichiarazione, come ricorda un comunicato inviato a ZENIT, Caritas Sri Lanka afferma che la violenza sta raggiungendo l’apice e le possibilità di una soluzione politica stanno svanendo. I civili, denuncia, non hanno accesso alla sicurezza.
I campi verso i quali sono stati indirizzati quanti sono stati costretti ad abbandonare le proprie case forniscono una protezione inadeguata, e si chiede una maggiore trasparenza nella loro gestione.
La mancanza di cibo è drammatica, aggiunge la dichiarazione. Manca anche l’acqua potabile, e sono già comparse malattie collegate alla carenza di acqua pulita.
In questa situazione, Caritas Internationalis esorta tutte le parti in causa a rispettare i diritti dei civili e a spingere per una immediata cessazione delle ostilità.
Lo scorso anno l’organizzazione ha lanciato un appello per raccogliere più di due milioni di dollari per fornire a 100.000 vittime del conflitto riparo, istruzione, acqua e servizi igienici, assistenza medica, sociale e psicologica.