KÖNIGSTEIN (Germania), lunedì, 23 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Il presidente dei Vescovi di Haiti ha affermato che a più di sei mesi dai devastanti uragani che hanno investito il Paese migliaia di persone sono ancora senza casa, e ha attaccato il Governo accusandolo di non assumersi le proprie responsabilità.
Parlando all’associazione caritativa cattolica Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), l’Arcivescovo Louis Kebreau di Cap-Haitïen, nel nord del Paese, ha detto di aver constatato in prima persona il dolore della gente.
“Le persone soffrono. Hanno perso madri, padri, famiglie… ci sono molti orfani”, ha dichiarato, come si legge in un comunicato dell’associazione inviato a ZENIT.
Il presule ha affermato che è necessario prepararsi per quest’anno: “Il Governo non vuole prendere la cosa seriamente – la stagione degli uragani arriverà a settembre”.
Le statistiche ufficiali parlano di 793 morti a causa delle tempeste tropicali che hanno flagellato Haiti dal 15 agosto all’8 settembre 2008. I dispersi sono 310.
Dopo la catastrofe, ACS ha donato più di 41.000 dollari di aiuti d’emergenza per far fronte alle necessità fondamentali della popolazione, come cibo e vestiario, e ha promesso ulteriori aiuti per i progetti della Chiesa.
“Anche oggi, molti mesi dopo, molte case sono abbandonate, le strade non state riparate, c’è grande miseria e la gente è affamata”, ha denunciato l’Arcivescovo Kebreau.
La stagione degli uragani ha distrutto o danneggiato più di 10.000 abitazioni, coinvolgendo 165.337 famiglie.
L’Arcivescovo ha affermato che il Governo deve rendersi responsabile del rimboschimento prima dell’arrivo della prossima ondata di tempeste.
La mancanza di copertura boschiva contribuisce infatti alle devastanti inondazioni che uccidono ogni anno molte persone in seguito ai tifoni. Haiti ha oggi meno del 2% di copertura boschiva, rispetto al 25% del 1980.
Durante l’ultimo incontro della Conferenza Episcopale è stato lanciato un progetto per il rimboschimento della zona intorno a Les Gonaives, la seconda città di Haiti e la più colpita dalle tempeste dello scorso anno, che hanno ucciso almeno 500 abitanti.
Ricordando che “ogni giorno la gente va in chiesa in cerca di cibo, in cerca di pane”, il presule denuncia anche come le sette abbiano sfruttato la povertà provocata dagli uragani per fare proselitismo tra gli abitanti di Haiti: “usano la povertà per manipolare le persone, possono dare cibo”.
Questi gruppi, inoltre, attaccano gli insegnamenti cristiani, motivo per il quale l’Arcivescovo esorta a distinguere tra sette e “Chiese storiche” come episcopali e metodisti.
Il presule ha quindi ringraziato ACS per il sostegno che fornisce, soprattutto sovvenzionando i sacerdoti, aspetto fondamentale vista la povertà della popolazione haitiana.
“Voglio ringraziare tutti i benefattori – ha concluso –. So che l’Europa attraversa difficoltà economiche, la crisi, e tuttavia condividete con gli altri la ricchezza e la gioia che Dio vi dà”.