La Caritas: il Papa ispiri i leader mondiali a lottare contro la povertà

Benedetto XVI incontrerà il premier britannico Gordon Brown

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 18 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Secondo la Caritas, l’incontro tra Papa Benedetto XVI e il Primo Ministro britannico Gordon Brown, che si svolgerà questo giovedì, deve servire per ricordare ai leader mondiali che la recessione globale non è una scusa per non mantenere le promesse per salvare dalla povertà milioni di persone.

Il premier britannico incontrerà il Pontefice in un’udienza nella quale è probabile che vengano affrontate la crisi e la povertà globale.

Brown, che incontrerà anche il Presidente del Governo Silvio Berlusconi, è in Italia in vista del fatto che il Paese ospiterà il G8 a luglio, mentre il Regno Unito ospiterà ad aprile un incontro del G20 tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo per parlare dell’economia globale.

Secondo Caritas Internationalis, i Paesi in via di sviluppo saranno gravemente colpiti dalla recessione per il calo della domanda di materie prime, il prosciugamento dei flussi di capitali e l’elevato prezzo del cibo, che getteranno altri 100 milioni di persone nell’indigenza.

La situazione, avverte, sarà resa peggiore dai Paesi ricchi se taglieranno gli aiuti e adotteranno misure protezionistiche.

Il segretario generale di Caritas Internationalis, Lesley-Anne Knight, ha affermato che “la Caritas spera che l’ispirazione di Papa Benedetto servirà a ricordare ai leader mondiali che i poveri non devono essere esclusi dai progetti per soccorrere l’economia globale”.

“I leader mondiali devono resistere alla pressione interna e mostrare una vera leadership per convincere gli elettori che il sostegno ai poveri non è una scelta da compiere solo nei momenti positivi, ma una responsabilità morale”, ha aggiunto.

La Knight ha constatato che il 2009 “deciderà in che tipo di mondo vivremo quando la crisi economica sarà passata. I leader mondiali non devono usare il tracollo economico come scusa per tagliare gli aiuti, ma come un’opportunità per riformare la globalizzazione rendendola una forza più idonea allo sviluppo e alla giustizia. Quando il 70% del finanziamento per i servizi sanitari viene da donatori esterni, come avviene in molti Paesi africani, i tagli agli aiuti costano vite”.

La Caritas afferma che gli aiuti internazionali e un miglioramento nel modo di utilizzarli sono ora più necessari che mai per assicurare un’assistenza minima a milioni di famiglie che soffrono la fame e la malnutrizione, ma teme che i Paesi ricchi non rispetteranno gli impegni presi in passato.

Per il 2009 l’Italia ha tagliato la sua assistenza all’estero del 56%. Per la Caritas questa diminuzione rappresenta un segno minaccioso per il summit del G8 di luglio.

 

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ZENIT Staff

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