Orrore del Cardinale Vingt-Trois per le dichiarazioni di Williamson

Il porporato spiega la “mano tesa” dal Papa ai lefebrviani

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PARIGI, lunedì, 2 febbraio 2009 (ZENIT.org).- “Queste parole suscitano orrore!”. Così il Cardinale André Vingt-Trois, Arcivescovo di Parigi, ha commentato le affermazioni negazioniste dell’Olocausto da parte di monsignor Richard Williamson.

In un’intervista pubblicata il 1° febbraio dal quotidiano francese “Le Parisien”, l’Arcivescovo spiega anche le ragioni della “mano tesa” di Benedetto XVI ai lefebvriani, invitando inoltre la comunità ebraica a non interrompere il dialogo.

Nell’intervista, il Cardinale respinge nettamente le affermazioni del Vescovo Williamson, la cui scomunica è stata rimessa da Benedetto XVI il 24 gennaio.

Interpellato sul “sincero rincrescimento” espresso il 30 gennaio dal Vescovo che nega la Shoah, il Cardinale Vingt-Trois afferma di non essere “giudice delle coscienze per sapere se il suo pentimento sia sincero o meno”.

“D’altra parte, la questione non è la sincerità, ma la verità storica. Da lui e dalle persone come lui ci si aspetta che riconoscano la realtà storica dei campi di sterminio e che l’affermino”, ha aggiunto.

L’Arcivescovo di Parigi spiega anche le ragioni della “mano tesa” da Benedetto XVI ai lefebvriani.

“Lo scisma non è un’opzione politica. E’ un atteggiamento religioso – sottolinea –. La decisione del Papa non è una mano tesa ad opzioni politiche, e men che meno la loro approvazione. La sua missione è lavorare per l’unità della Chiesa”.

In questo modo, “sollevando le scomuniche, elimina una barriera e rende possibile un lavoro in profondità. Ora spetta agli interessati dire se sono decisi a ritrovare il proprio posto nella Chiesa”.

Il Cardinale francese ricorda anche l’adesione di Benedetto XVI all’ultimo Concilio: “Non c’è bisogno che dica che per il Papa il Concilio Vaticano II non è negoziabile. Ne è estremamente convinto, e lo ha ribadito mercoledì”.

Il porporato si rivolge infine alla comunità ebraica. “Le affermazioni negazioniste di Williamson e di altri riflettono poco l’atteggiamento della quasi totalità dei cattolici, e sicuramente non riflettono quella della Chiesa. Ci fanno orrore. Ciò che ferisce gli ebrei ferisce anche i cristiani”.

“Vorrei chiedere alla comunità ebraica di non condannare la Chiesa cattolica sulla base di posizioni estremamente minoritarie di chi non ha alcuna posizione e alcuna missione nella nostra Chiesa – conclude –. Il cammino che abbiamo percorso insieme e che si apre davanti a noi è troppo importante perché ci lasciamo manipolare dagli estremisti”.

La remissione della scomunica di monsignor Williamson non gli attribuisce un incarico di responsabilità pastorale nella Chiesa cattolica, perché continua ad essere sospeso dalle sue funzioni episcopali, secondo quanto ha spiegato la Conferenza Episcopale Svizzera. I quattro Vescovi ai quali il Papa ha rimesso la scomunica sono infatti sospesi “a divinis”.

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ZENIT Staff

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