Cardinale Scola: riscoprire il “capitale umano” per uscire dalla crisi

Riflessione del Patriarca di Venezia sul buon governo

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di Bernardita M. Cubillos

SANTIAGO DEL CILE, lunedì, 2 febbraio 2009 (ZENIT.org).- La crisi economica deve portare a riscoprire l’autentico valore del “capitale umano”, afferma il Patriarca di Venezia.

“La crisi economico-finanziaria può trasformarsi in un’occasione per uno scatto virtuoso di ciascuno di noi, accompagnato da una maggiore passione per la costruzione comune e realista della buona vita e del buon governo”, sostiene il Cardinale Angelo Scola nell’editoriale dell’edizione di gennaio della Rivista Humanitas (www.humanitas.cl) della Pontificia Università Cattolica del Cile.

Il porporato riflette sulla realtà che si è palesata a partire dalla situazione attuale, segnalando che “la crisi finanziaria mostra chiaramente l’esistenza di una certa involuzione antropologica ed etica, almeno nelle società avanzate”.

Secondo il modello che ha prevalso fino a questo momento, “l’orizzonte della convivenza umana si centra sul presente a scapito del futuro, e si preferisce l’effimero al duraturo, l’anonimo al personalizzato, l’individuale al comunitario”.

“Sono questi gli ambiti che dovrebbero essere oggetto di riflessione da parte di chi è impegnato personalmente nel mondo imprenditoriale, che affonda le proprie radici nella solida tradizione familiare e lavorativa, in cui è evidente il peso dell’esperienza comunitaria cristiana”, spiega il porporato.

Il Cardinale sottolinea anche l’importanza di approfittare dello scenario attuale per incrementare il valore della prospettiva umana nelle relazioni economiche: “Nella crisi attuale, ‘Stato’ e ‘mercato’ continuano a essere espressione di costituzione della società e della sua tradizione e del carattere attuale delle relazioni sociali”.

“Quanto alle imprese – aggiunge –, la crisi deve spingerle a un maggiore riconoscimento del peso del capitale umano”.

Nella sua analisi, il Cardinale Scola si chiede il senso dell’intervento statale in questa situazione storica e se bisognerebbe rinunciare, a favore dello Stato, al peso della società civile.

A ciò risponde sostenendo che “con la crisi abbiamo sicuramente bisogno di ‘più Stato’, ma ne abbiamo bisogno per salvaguardare il peso della società civile e per avere più mercato. Si pone indubbiamente un problema di efficienza, ma con un imprescindibile aspetto etico di equità”.

Parallelamente, constata che “la Dottrina Sociale della Chiesa segnala instancabilmente la preponderanza della società civile anche in ambito economico”, insieme alla necessità che esista a livello di valore una giusta subordinazione dello Stato alla società civile, di modo che la convivenza non sia ridotta puramente alla dicotomia Stato-mercato.

Per questo, segnala che “nella congiuntura storica attuale l’intervento dello Stato ha un carattere soprattutto d’emergenza, necessario per spezzare la catena della crisi. Non sembra esserci un’alternativa all’intervento pubblico, anche se questo è dovuto solo al fatto che lo Stato ha il monopolio del prelievo fiscale coercitivo”.

In queste circostanze, a suo avviso, si richiede una mediazione statale destinata a proteggere i settori più scoperti. “Un ‘buon’ intervento dello Stato permetterà di far sì che i costi della crisi siano coperti nel tempo e tra i vari gruppi di cittadini in modo meno iniquo di quanto sarebbe avvenuto per effetto diretto della crisi. Bisogna quindi evitare che accada ciò che si verifica normalmente, vale a dire che la crisi si scarichi sui settori più deboli”.

Il Cardinale Scola osserva infine che “la storia ci segnala che alcune banche e alcuni grandi patrimoni sono sorti ‘dal basso’”.

“Per indicare questa preziosa realtà della nostra storia, ha allora senso impiegare le formule ‘più capitale umano’, ‘più capitale civile’, ma in questo senso ‘più società’ serve anche per avere sia un ‘mercato’ (anche finanziario) più aperto e partecipativo che uno ‘Stato’ degno della sua funzione di servizio al bene della convivenza comune”.

Il Patriarca di Venezia è membro del Consiglio dei Consultori e dei Collaboratori della Rivista Humanitas della Pontificia Università Cattolica del Cile dalla sua fondazione, nel 1995, quando egli era rettore della Pontificia Università Lateranense.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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