Il Superiore dei Salesiani: lavorate per la salvezza dei giovani

Sono iniziate le celebrazioni del 150° anniversario della loro fondazione

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, domenica, 1° febbraio 2009 (ZENIT.org).- “Costruite un vasto movimento per la salvezza dei giovani”. E’ l’appello lanciato dal Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, nel presiedere questo sabato l’Eucaristia nella basilica di Maria Ausiliatrice in Valdocco a Torino.

Nel corso della celebrazione, il IX successore di don Bosco ha lanciato il tradizionale messaggio ai giovani del Movimento Giovanile Salesiano presente in tutto il mondo.

All’inizio, il Superiore dei Salesiani ha ricordato quel “seme” gettato dal piccolo gruppo di 18 giovani che in una fredda sera del 18 dicembre 1859 si ritrovò nella camera di don Bosco, presso l’Oratorio di San Francesco di Sales a Valdocco, per fare la scelta più importante della loro vita: “restare con don Bosco, donandosi totalmente al Signore”.

 “Una storia che è giunta fino a noi perché quel seme è diventato un grande albero: la Famiglia Salesiana”, ha continuato.

“E’ vero – ha detto –, erano giovani poveri, limitati nella loro esperienza umana e culturale. Ma, in don Bosco, essi avevano incontrato Gesù Cristo che li lanciò in una missione umanamente impossibile, una folle avventura”.

“Anche a voi, giovani di questo inizio del terzo millennio, Gesù affida la missione che duemila anni fa consegnò ai suoi discepoli: ‘Ti mando ad annunciare il mio vangelo fino ai confini della terra’”.

Per continuare questa missione , il Superiore dei Salesiani ha invitato i giovani “a promuovere un atteggiamento di fondo: la volontà di camminare insieme verso un traguardo condiviso, con un intenso spirito di comunione, con convinta volontà di sinergia, con matura capacità di progettare insieme”.

Soprattutto, ha detto, “occorre essere dentro la realtà giovanile […] con le sue ombre e le sue luci, con le sue angosce e le sue speranze, con i suoi slanci di gioia ma anche con le sue sofferenze, con la sua vita prorompente, ma anche con i suoi deserti dove nasce solo l’erba amara della solitudine”.

Fondamentale anche promuovere in tutti gli ambienti “una maggiore qualità di vita, una più intensa e profonda comunicazione e condivisione interpersonale per superare tanto individualismo e tanta solitudine in cui vivono molti giovani”.

Don Chávez li ha poi invitati a “fare presente la voce dei giovani, in particolare di tanti giovani che non hanno voce e che nessuno ascolta; far conoscere i loro bisogni e le loro attese, difendere i loro diritti ed accompagnarli nelle loro rivendicazioni”.

“Occorre far conoscere anche tante buone notizie di ciò che si fa nel mondo giovanile – ha poi proseguito –, tante iniziative positive che sovente non trovano spazio nei mezzi di comunicazione; facilitare in questo modo una visione positiva del mondo dei giovani tra gli adulti, contagiandoli con il vostro entusiasmo e dinamismo”.

Rimanendo sempre “presenti nella realtà giovanile con il cuore ancorato a Cristo”, il Superiore dei Salesiani li ha invitati infine a non trascurare mai “il volontariato civile” e “l’impegno missionario”.

“Siate pronti, disponibili a fare scelte di servizio esigenti, generosi fino all’accoglienza del dono di Dio che chiama con una vocazione di speciale consacrazione”, li ha quindi incoraggiati.

Questo sabato, anche il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, ha celebrato la festa di San Giovanni Bosco presiedendo la Messa nella Cattedrale di Bologna.

“Ogni volta che celebriamo San Giovanni Bosco – ha detto il porporato -, noi ammiriamo il dono del Signore, fatto alla Chiesa e alla società tutta mediante questo umile ma straordinario sacerdote piemontese: il dono di un’opera tutta dedicata ai giovani, nella quale si può riconoscere il prolungamento dell’amore di Cristo per i piccoli e i poveri”.

Trasmettendo poi ai fedeli, che affollavano la Cattedrale, la benedizione del Santo Padre, il Cardinale Bertone ha detto:  “Vi assicuro che egli vuole molto bene alla Famiglia salesiana e la segue con paterna sollecitudine”.

 Nell’omelia, il Cardinale ha ricordato la fondazione dell’Istituto Salesiano di Bologna, sorto tra il 1897 e il 1898, “grazie al concorso solidale di tanti bolognesi, celebri e anonimi, che furono felici di contribuire ad un’opera sociale e apostolica tanto importante: assicurare un presente dignitoso e preparare un futuro carico di speranza ai ragazzi e ai giovani”.

Tutti ci rendiamo conto, ha affermato il Cardinale, “di quanto ciò sia attuale pure per l’Italia di oggi! E questo sotto due aspetti, che sono anche due emergenze: l’aspetto del lavoro, con il problema della disoccupazione e della precarietà giovanile; e quello dell’educazione”.

“Sono passati tanti anni dai tempi di don Bosco”, ha concluso il Segretario di Stato Vaticano, e “l’Italia è molto cambiata. Ma il cuore dei giovani no, non è cambiato! E’ come quello dei ragazzi che don Bosco accoglieva nel suo primo oratorio. Ecco perché la missione dei salesiani è attuale oggi come allora”.

La Congregazione salesiana è oggi presente in 129 Nazioni con 16.092 salesiani (10.669 sacerdoti, 2.025 coadiutori, 2.765 seminaristi, 515 novizi, 118 Vescovi, dei quali 5 Cardinali).

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione