Cardinale Rodríguez Maradiaga: il sottosviluppo è contrario alla pace

Intervenendo alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 21 novembre 2007 (ZENIT.org).- “Se lo sviluppo è il nuovo nome della Pace, il sottosviluppo provoca tensione e situazioni di conflitto, per questo motivo lo sviluppo integrale dell’umanità risponde alla chiamata di Dio”, sostiene il Cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, S.D.B.

Così il porporato ha aperto mercoledì a Roma la seconda giornata dei lavori dell’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

L’Arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras) e Presidente di “Caritas Internationalis” (CI) ha spiegato che la Dottrina Sociale della Chiesa “definisce i valori ed i principi che danno senso alla vita economica sociale e politica dell’umanità nella prospettiva del Vangelo”.

Secondo il Cardinale Rodríguez Maradiag il concetto cristiano di sviluppo deve essere inteso come “un parametro interiore specifico dell’essere umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio”.

“Obbiettivo dello sviluppo – ha continuato il Presidente di CI – non è solamente quello di elevare tutto il popolo fino ai livelli dei paesi ricchi, ma fondare sul lavoro solidale una vita più degna, in cui possa crescere effettivamente la dignità e la creatività di ogni persona, la sua capacità di rispondere alla propria vocazione, e per tanto alla chiamata di Dio”.

Il porporato ha precisato che lo sviluppo deve avere una “dimensione umana integrale” e “la continua valorizzazione del lavoro”.

In questo contesto, ha aggiunto, “lo sviluppo integrale della persona umana è favorito dalla maggiore produttività e efficacia del lavoro”, sebbene l’impresa non debba essere considerata solo come “una società di capitali”, ma come “una società di persone”.

Per questo la Dottrina Sociale della Chiesa sottolinea il concetto di responsabilità sociale d’impresa in cui ribadisce la priorità della persona umana e del bene comune

L’Arcivescovo di Tegucigalpa ha quindi sottolineato che “così come esiste la responsabilità collettiva di evitare la guerra deve esistere la responsabilità collettiva di promuovere lo sviluppo”; allo stesso modo “è possibile e obbligatorio costruire una economia sociale che orienta verso il bene comune il funzionamento del mercato”.

“Se lo sviluppo è il nuovo nome della pace – ha rilevato il Cardinale – il sottosviluppo latinoamericano, con caratteristiche proprie nei diversi paesi, è una situazione di ingiustizia che promuove tensione che cospirano contro la pace”.

Il porporato ha poi auspicato l’instaurazione di un ordine giusto, i cui principi siano “la carità, la giustizia e la solidarietà, indissolubilmente unite”.

“Nell’opera di evangelizzazione – ha concluso il Presidente della CI – la pratica della carità e la lotta per la giustizia sono da considerare come un paradigma permanente per la Chiesa”.

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ZENIT Staff

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