CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 11 novembre 2007 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha confessato questa domenica la sua preoccupazione per la situazione politica che vive il Libano, chiamato ad eleggere un nuovo Presidente, e ha riconosciuto che è in gioco la stessa sopravvivenza del Paese e delle sue istituzioni.

In un messaggio pronunciato dopo aver recitato l’Angelus insieme ai pellegrini convenuti in piazza San Pietro, il Papa ha chiesto ai rappresentanti politici libanesi di lasciare da parte gli interessi personali e cercare piuttosto il bene comune.

Il Vescovo di Roma ha ricordato che l’Assemblea Nazionale libanese sarà prossimamente chiamata ad eleggere il nuovo Capo di Stato. Inizialmente fissata per lunedì, il Parlamento ha posposto l’elezione del nuovo Presidente al 21 novembre. Il mandato di Emile Lahoud scade il 24 novembre.

Si tratta del secondo slittamento dell’elezione del Capo dello Stato, che, in base agli equilibri politico-confessionali libanesi, deve essere un cattolico-maronita.

Benedetto XVI ha spiegato che, “come dimostrano le numerose iniziative intraprese in questi giorni, si tratta di un passaggio cruciale, dal quale dipende la stessa sopravvivenza del Libano e delle sue istituzioni”.

Il Santo Padre ha fatto sue “le preoccupazioni espresse recentemente dal Patriarca maronita, Sua Beatitudine il Cardinale Nasrallah Sfeir, e il suo auspicio affinché nel nuovo Presidente possano riconoscersi tutti i Libanesi”.

Il Papa ha quindi chiesto “a tutte le parti interessate il necessario distacco dagli interessi personali e una vera passione per il bene comune”.

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