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Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Cari fratelli e sorelle!
“La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi” (2 Ts 3,18). Con le parole dell’apostolo Paolo rivolgo un saluto cordiale a tutti voi, che costituite la grande famiglia di quanti lavorano nei vari Uffici dello Stato della Città del Vaticano. Saluto i Signori Cardinali Membri della Pontificia Commissione ed il Presidente, l’Arcivescovo Giovanni Lajolo, che ringrazio per le cortesi parole di benvenuto che mi ha rivolto. Il mio saluto si estende poi agli altri Signori Cardinali e ai Superiori del Governatorato. A tutti il mio ringraziamento per essere qui convenuti e per la generosità con cui, a vari livelli, contribuiscono alle diverse attività che il complesso del Governatorato è chiamato a gestire.
[In Inglese]
Rivolgo un saluto speciale ai Patroni delle Arti dei Musei Vaticani che sono stati così gentili da unirsi a noi. Vi ringrazio di aver compiuto un tale lungo viaggio dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dall’Irlanda, dal Portogallo e dal Cile. La vostra generosità offre una splendida testimonianza della bellezza della fede, espressa così riccamente nelle opere d’arte che voi avete gentilmente aiutato a restaurare.
[In Italiano]
Il mio pensiero si rivolge in modo particolare a voi, cari amici, che prestate la vostra opera nei diversi settori del nostro piccolo Stato, da quelli più visibili a quelli più nascosti. Constato ed apprezzo ogni giorno i frutti del vostro impegno e della vostra competenza, e sono venuto qui proprio per dirvi il mio grazie sincero e darvi un segno concreto della mia vicinanza. So bene che il vostro servizio è spesso faticoso e richiede sacrifici che coinvolgono a volte, insieme con voi, anche le vostre famiglie: ciò rende il mio grazie ancora più sentito. E colgo l’occasione per salutare i vostri familiari, alcuni dei quali sono qui con noi questa sera.
Il Governatorato, alle cui dipendenze voi operate, svolge una funzione importante. Quando il mio venerato Predecessore Pio XI condusse le trattative per i Patti Lateranensi, si preoccupò che la Santa Sede potesse contare su «quel tanto di territorio» che le garantisse «l’assoluta indipendenza per l’adempimento della sua alta missione nel mondo». Assolvendo con impegno i vostri compiti, cari amici, voi assicurate la vita quotidiana dello Stato ed aiutate il Papa nel compimento del ministero che il Signore gli ha affidato al servizio della Chiesa e del mondo. Non è dunque fuori luogo definirvi “collaboratori del Papa”, e come tali vi saluto oggi proprio qui, davanti a questo palazzo che idealmente simboleggia i diversi luoghi nei quali svolgete le vostre mansioni.
Voi dunque lavorate in Vaticano, per e con il Papa; lavorate proprio nei luoghi che hanno visto la testimonianza di tanti martiri e innanzitutto dell’apostolo Pietro. Questo domanda a voi, oltre che competenza, professionalità e dedizione, anche un serio impegno di testimonianza evangelica. Conto su di voi, e vi chiedo di crescere ogni giorno nella conoscenza della fede cristiana, nell’amicizia con Dio e nel generoso servizio verso i fratelli. Vi esorto pertanto ad essere, in casa e sul lavoro, sempre fedeli agli impegni del vostro Battesimo, ad essere docili discepoli e credibili testimoni del Signore Gesù. Solo così potrete dare il vostro prezioso contributo alla diffusione del Vangelo e all’edificazione della civiltà dell’amore.
Poco fa, nella Cappella del Governatorato ho benedetto una bella immagine della Madonna, che venerate come “Madre della Famiglia”. Ho benedetto anche il nuovo organo, appositamente voluto per sostenere il canto dell’assemblea liturgica che vi si riunisce per la Santa Messa quotidiana. La presenza della Chiesa in mezzo ai vostri uffici e alle vostre officine vi ricordi ogni giorno lo sguardo paterno di Dio che, nella sua provvidenza, vi segue e si prende cura di ciascuno di voi. La preghiera, che è dialogo fidente con il Signore, e la partecipazione anche infrasettimanale alla celebrazione del Divin Sacrificio, che ci unisce a Cristo Salvatore, sia il segreto e la forza delle vostre giornate e vi sostenga sempre, specialmente nei momenti difficili.
Sono inoltre informato che nei progetti del Governatorato vi è una fontana dedicata a San Giuseppe, sovvenzionata da generosi donatori. Lo Sposo della Vergine Maria, capo della Santa Famiglia e patrono della Chiesa, a giusto titolo può essere considerato esempio e modello di chi è impegnato nei molteplici servizi del Governatorato, svolgendo un servizio per lo più umile e silenzioso, ma di indispensabile sostegno per l’attività della Santa Sede. Auspico pertanto che il progetto possa giungere a felice compimento. E chiedo a San Giuseppe di proteggere sempre voi e le vostre famiglie. Oltre alla protezione di San Giuseppe, invoco su di voi la materna assistenza della Vergine Maria, Madre della Chiesa, che ci guarda dall’alto di questo Palazzo. A Lei affido tutti voi: il suo sorriso materno vi accompagni e la sua intercessione vi ottenga le più elette benedizioni di Dio. Ancora una volta grazie per il vostro lavoro, mentre di cuore tutti vi benedico.
[Traduzione delle parole in Inglese a cura di ZENIT
© Copyright 2007 – Libreria Editrice Vaticana]