ROMA, martedì, 20 febbraio 2007 (ZENIT.org).- Un nuovo volume raccoglie alcuni interventi sul concetto di “spirito” e di “santità” nel pensiero di Edith Stein (1891-1942), la filosofa ebrea diventata carmelitana, e ora santa copatrona di Europa.
I testi fanno riferimento a due convegni su Edith Stein, organizzati dall’Associazione Italiana Edith Stein (AIES, www.edithstein.org) e sono pubblicati dalla casa editrice OCD (http://www.edizioniocd) nella collana Quaderni dell’AIES.
Il primo dei convegni si è tenuto a Lanciano sul tema dello spirito, il secondo, a Roma, sul tema della santità.
Il libro (“Edith stein, Lo spirito e la santità”, Roma, Edizioni OCD, 9 euro, 215 pagine), a cura di Michele D’Ambra, riprende articoli di Angela Ales Bello, Jacinta Turoldo García, Michele D’Ambra e altri esperti nella filosofa tedesca.
Alles Bello si sofferma su “Lo Spirito umano in cammino verso la santità”. Carla Bettinelli affronta invece la persona quale “compenetrazione di anima, corpo-corporietà, spirito” come una “unità di senso”.
La Bettinelli, nel discutere la dissertazione di laurea della Stein dedicata al problema dell’“entropatia”, afferma di prediligere al termine “empatia”, “ormai inflazionato e svuotato del significato della Stein”, quello di “entropatia come è stato deciso dall’Associazione Italiana Edith Stein poiché esso non ha il significato patologico che gli attribuisce la terminologia medica”.
Nel suo articolo la Bettinelli presenta il “senso” come “filo conduttore” di questa dissertazione.
Francisco Javier Sancho Fermín, tra i più noti studiosi e traduttori della Stein in lingua spagnola, ha sottolineato come nell’antropologia della Stein “il corpo (Körper) è vissuto e sperimentato come qualcosa che mi appartiene, come un corpo vivo (Leib) che è fonte per la mia vita spirituale”.
Marco Paolinelli ricorda come “il compito e la passione di tutto il suo impegno di pensiero, per tutta la durata della sua vita, è l’elaborazione di una filosofia della persona”. Paolinelli affronta la tematica della natura, lo spirito e l’individualità negli scritti della Stein.
Ana Maria Pezzella afferma che “le donne sono, per la Stein, simbolo della Chiesa, della Sponsa Christi” e ricorda come “per la Stein era importante che le ragazze capissero che la maternità, nel suo senso pieno, non andava considerata unicamente sotto il profilo naturale, ma anche soprannaturale”.
“Infatti – prosegue la Pezzella – la maternità soprannaturale era possibile anche senza quella naturale ed era necessario che le ragazze comprendessero ciò per l’organizzazione della loro vita futura, per potervi resistere e organizzare tale mondo secondo un modello autenticamente femminile, di disponibilità verso l’altro, di comprensione, di partecipazione empatica”.
Michele d’Ambra spiega come il tema dello spirito è stato affrontato in una nuova prospettiva, nell’incontro con la santità: “Lo spirito si configura come l’elemento mediante il quale l’essere umano può realizzare liberamente la propria esistenza conducendola al proprio compimento che è la santità”.
Questo è il secondo volume di una collana sulla Stein. Il primo volume si intitolava “Edith Stein. Una vita per la verità”.