Discorso del Papa alla Fondazione per la Ricerca e il Dialogo Interreligiosi e Interculturali

Il dialogo interreligioso è una “necessità vitale per il nostro tempo”

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 6 febbraio 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso che Benedetto XVI ha rivolto il 1° febbraio ai membri della “Fondazione per la Ricerca e il Dialogo Interreligiosi e Interculturali” (“Foundation for Interreligious and Intercultural Research and Dialogue”).

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Cari Amici,

È una gioia per me, dopo essere stato uno dei membri fondatori della Fondazione per la Ricerca e il Dialogo interreligiosi e interculturali, di ritrovarvi e di accogliervi oggi in Vaticano. Saluto in particolare Sua Altezza Reale il Principe Hassan di Giordania, che ho il piacere di rincontrare per questa occasione.

Ringrazio il vostro Presidente, Sua Eminenza il Metropolita Damaskinos di Andrianopoli, che mi ha presentato il primo frutto del vostro lavoro: l’edizione congiunta, nella loro lingua originale e secondo l’ordine cronologico, dei tre libri sacri delle tre religioni monoteiste. È stato in effetti il primo progetto che abbiamo considerato nel creare insieme questa Fondazione, per “apportare un contributo specifico e positivo al dialogo fra le culture e fra le religioni”.

Come ho ricordato in diverse occasioni, sulla scia della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate e del mio caro predecessore, Papa Giovanni Paolo II, siamo chiamati, Ebrei, Cristiani e Musulmani, a riconoscere e a sviluppare i vincoli che ci uniscono. È questa l’idea che ci ha portato a creare questa Fondazione, il cui fine è di ricercare “il messaggio più essenziale e più autentico che le tre religioni monoteiste, ossia ebraismo, cristianesimo e islam, possono rivolgere al XXI secolo”, al fine di dare un nuovo impulso al dialogo interreligioso e interculturale, attraverso la ricerca comune e mettendo in luce e diffondendo ciò che, nei nostri rispettivi patrimoni spirituali, contribuisce a rafforzare i vincoli fraterni fra le nostre comunità di credenti. Per queste ragioni, la Fondazione si è proposta, in un primo tempo, di elaborare uno strumento di riferimento che aiutasse a superare i malintesi e i pregiudizi e offrisse una base comune ai lavori futuri. Così avete realizzato questa bella edizione dei tre libri che sono all’origine di credi religiosi, creatori di culture, che segnano profondamente i popoli e a cui noi siamo oggi debitori.

La rilettura e, per alcuni, la scoperta dei testi che tante persone in tutto il mondo venerano come sacri obbligano al rispetto reciproco, nel dialogo fiducioso. Gli uomini di oggi attendono da noi un messaggio di concordia e di serenità, e la manifestazione concreta della nostra volontà comune di aiutarli a realizzare la loro legittima aspirazione a vivere nella giustizia e nella pace. Hanno il diritto di aspettare da noi il segno forte di una comprensione rinnovata e di una cooperazione rafforzata, secondo l’obiettivo stesso della Fondazione, che si propone di offrire “così al mondo un segno di speranza e la promessa della benedizione divina che accompagna sempre l’azione caritativa”.

I lavori della Fondazione contribuiranno a una crescente presa di coscienza di tutto ciò che, nelle diverse culture del nostro tempo, è conforme alla saggezza divina e serve la dignità dell’uomo, per discernere meglio e per rifiutare meglio tutto ciò che è usurpazione del nome di Dio e snaturalizzazione dell’umanità dell’uomo. Siamo pertanto invitati a impegnarci in un lavoro comune di riflessione, lavoro della ragione che auspico con voi con tutto il cuore, per scrutare il mistero di Dio alla luce delle nostre tradizioni religiose e delle nostre rispettive saggezze, per discernerne i valori atti a illuminare gli uomini e le donne di tutti i popoli della terra, qualunque sia la loro cultura e la loro religione.

Per questo è molto importante disporre oggi di un punto di riferimento comune grazie alla realizzazione del vostro lavoro. Potremo così progredire nel dialogo interreligioso e interculturale, dialogo oggi più necessario che mai: un dialogo vero, rispettoso delle differenze, coraggioso, paziente e perseverante, che trae la sua forza dalla preghiera e si nutre della speranza che dimora in tutti coloro che credono in Dio e che ripongono la loro fiducia in Lui.

Le nostre rispettive tradizioni religiose insistono tutte sul carattere sacro della vita e sulla dignità della persona umana. Noi lo sappiamo, Dio benedirà le nostre iniziative se contribuiranno al bene di tutti i suoi figli e se consentiranno loro di rispettarsi gli uni gli altri, in una fraternità dalle dimensioni mondiali. Con tutti gli uomini di buona volontà, noi aspiriamo alla pace. Per questo ripeto con insistenza: la ricerca e il dialogo interreligiosi e interculturali non sono un’opzione, ma una necessità vitale per il nostro tempo.

Che l’Onnipotente benedica i vostri lavori e che conceda a voi e ai vostri cari l’abbondanza delle sue Benedizioni!

[© Copyright 2006 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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